È un brutto giorno per la cultura internazionale. Ci hanno detto, infatti, addio due persone splendide e due grandi narratori del nostro tempo. Un pensiero colmo d’affetto a Daniele Del Giudice, scomparso all’età di settantadue anni, che sabato avrebbe dovuto ricevere il premio Campiello alla carriera e che lo riceverà comunque, anche se sarà una cerimonia velata dalla tristezza e dal dolore. E un pensiero ugualmente affettuoso a Mikīs Theodōrakīs, eroe della Resistenza greca: dapprima contro i nazisti, poi contro i Colonnelli, costretto a subire ogni sorta di sopruso ma mai disposto ad arrendersi al cospetto di alcuna vessazione. Sulle note del suo Sirtaki abbiamo ballato in tanti, ispirandoci all’Anthony Quinn di “Zorba il greco”, pochi anni prima di “Z – L’orgia del potere”, un altro capolavoro che raccontava dal di dentro l’orrore della dittatura e al quale Theodōrakīs aveva regalato una magnifica colonna sonora.
Daniele Del Giudice, da “Lo stadio di Wembley” a “Staccando l’ombra terra”, è stato uno scrittore civile, un protagonista della miglior tradizione letteraria italiana, un punto di riferimento per quanti hanno ancora sete di conoscenza e non sono disposti ad accettare le storture del sistema. Ha illuminato una delle stagioni più intense del nostro panorama culturale, come dimostra il fatto che venne scoperto e lanciato da Italo Calvino, in una stagione nella quale c’era ancora la possibilità di avere dei mentori e dei maestri veri e di essere aiutati a crescere per poi potersi finalmente fare strada con le proprie forze.
Mikīs Theodōrakīs, dal canto suo, è stato uno dei simboli della battaglia globale contro ogni aberrazione, impegnandosi fino alla fine contro i tormenti inflitti al suo popolo dalla Troika e da politiche di austerità che costituivano una barbarie meno cruenta della dittatura in senso stretto ma non meno disumana per il popolo greco.
Due addii che ci lasciano più soli, più fragili, privi di voci in grado di opporsi all’abisso e di restituire all’umanità un ruolo centrale nel dibattito pubblico. Proviamo dolore e tristezza, in questo brutto inizio di settembre.
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