Caso Fanpage, il sequestro chiesto dal Generale Zafarana. Le reazioni della politica: fatto gravissimo. Interrogazioni alla Ministra Cartabia

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Moltissime e immediate le reazioni al decreto del gip del Tribunale di Roma, Paolo Andrea Taviano, che ordina il sequestro del servizio di Fanpage.it sui fondi della Lega. Il provvedimento è stato chiesto dal pubblico ministero su istanza presentata il 27 luglio scorso dal generale Giuseppe Zafarana.
Immediate le reazioni politiche a sostegno della testata a cominciare da quella del senatore Sandro Ruotolo che ha annunciato un’interrogazione parlamentare “per chiedere alla Ministra della giustizia di verificare se non vi siano irregolarita'”. Iniziativa simile sara’ presa alla Camera dal segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Chiediamo alla ministra Cartabia di attivare immediatamente un’ispezione ministeriale al Tribunale di Roma, perché non siamo all’epoca della censura o delle ‘leggi fascistissime’. Non vorremmo proprio che qualcuno, magari nostalgico delle proprie passate e sfortunate avventure in politica tra i fascisti, abbia colto la palla al balzo per rifarsi un’immagine. Per la senatrice del Pd, Valeria Fedeli, e’ “gravissimo e anticostituzionale l’oscuramento dell’inchiesta di Fanpage su Durigon ordinato da un gip di Roma. L’articolo 21 della Costituzione, aggiunge la senatrice, “dice che la stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni o censure. Questa lo è e in democrazia ogni attacco al diritto di cronaca non è accettabile”. Il presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato M5S, Mario Perantoni, attende di “conoscere le motivazioni” del Tribunale di Roma, ma sottolinea che “l’oscuramento preventivo è un provvedimento che lascia estremamente perplessi e si presta ad essere interpretato come una censura preventiva alla libertà di stampa, di espressione ed al diritto di cronaca”.

Durissimo il commento di Walter Verini che coordina il comitato sulle minacce ai cronisti in Commissione parlamentare Antimafia: “La decisione del Tribunale di Roma di autorizzare il sequestro dell’inchiesta di Fanpage legata alle imprese dell’ex-sottosegretario leghista Durigon (nella quale lo stesso millantava condizionamenti verso i vertici della Guardia di Finanza che indagavano sulla Lega) non è accettabile perché colpisce il diritto di cronaca e la libertà di informazione. Se è giusto – e necessario – che coloro che si sentono diffamati reagiscano e tutelino la propria reputazione (tanto più se rappresentanti di Corpi dello Stato) non è giusto colpire il giornalismo d’inchiesta. Questa decisione ne segue altre, analogamente rischiose, che mettevano in discussione il principio della tutela delle fonti dei giornalisti, altro caposaldo della libertà di informazione. Occorre far sentire vicinanza agli organi di informazione e ai giornalisti interessati e allo loro insostituibile funzione democratica e civile”.

“Il sequestro preventivo da parte della Procura di Roma dell’inchiesta pubblicata da Fanpage ‘Follow the money’ sui fondi della Lega, che coinvolgeva anche l’ex sottosegretario Claudio Durigon, è un atto gravissimo. Il giornalismo di inchiesta è un patrimonio per tutti i cittadini e ai giornalisti di Fanpage va la mia solidarietà. Il lavoro dei cronisti deve essere protetto. In questo caso tutto parte da una querela contro ignoti. Ne vedremo la fondatezza. L’impressione però è quella di trovarsi di fronte all’ennesimo tentativo di mettere il bavaglio alla libera stampa. Anche per questo spero che il disegno di legge a mia prima firma sulle querele temerarie contro i giornalisti già pronto per l’approvazione dell’Aula venga presto calendarizzato in Senato. Il caso di Fanpage deve essere approfondito: presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro della giustizia”, sono le parole del vicepresidente della Vigilanza Rai Primo Di Nicola, del Movimento 5 Stelle.


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