La memoria di Gino Strada per sempre vivrà su una ripida parete di roccia, la Nord Ovest di Cima Gea nelle Dolomiti d’OltrePiave che si affaccia sul Cadore, nel Bellunese, ed è accessibile dalla Val Cimoliana in Friuli. La via aperta lo scorso luglio da tre noti alpinisti bellunesi, Luca Vallata, Davide Cassol e Giacomo De Menech è stata dedicata al fondatore di Emergency, morto il 13 agosto scorso. «Tutti e tre in maniera unanime l’abbiamo fatto per rendere onore a uno degli italiani più importanti del nostro tempo, ci sembrava un gesto doveroso per perpetuare la memoria di Gino, per ciò che ha fatto e per il suo modo di vedere la vita» spiega Luca Vallata che con uno dei due compagni di cordata, Giacomo De Menech, condivide l’impegno di volontario nel Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico. «Siamo molto sensibili alla tematica dell’aiutare le persone in difficoltà» prosegue Vallata «in montagna come nel Mediterraneo e, sebbene ci muoviamo in campi estremamente diversi, ci sentiamo sentimentalmente vicini a chi dedica la propria vita a salvare chi si trova in stato di necessità. Indiscutibilmente il grande lavoro di Gino Strada ha dato un contributo incomparabilmente più importante del nostro».
Cima Gea, vetta molto poco conosciuta, è stata scoperta grazie all’amicizia fra Luca Vallata e Mauro Corona che gli aveva parlato dell’esistenza di una parete inviolata che lui stesso aveva tentato e che era stata anche nelle mire di un altro importante alpinista, Ignazio Piussi. Una perlustrazione prima, due giorni di scalata poi il 6 e 7 luglio scorsi, l’arrivo in vetta: una ascensione difficile che ha uno sviluppo di 600 metri e presenta i massimi gradi di difficoltà in ambiente ostile.
Racconta ancora Luca Vallata: «Lì per lì non avevamo il nome adatto cui intitolare la via, che è una prassi consolidata in alpinismo quando si traccia il percorso su una parete vergine. Poi è mancato Gino Strada, ci siamo consultati e la nostra decisione è stata unanime». Un gesto encomiabile che anticipa la miriade di iniziative simboliche che stanno sbocciando in ogni parte d’Italia per ricordare il fondatore di Emergency che a Belluno nel 2005 venne insignito con il Sigillo della città in segno di riconoscenza per l’attività svolta dalla sua associazione che, dopo soli 11 anni di vita, si era già distinta nel panorama internazionale costellato da guerre e conflitti.