Nel nostro paese c’è un rischio serpeggiante. avvertito da pochi e da nessuno denunciato esplicitamente: che la lotta al Covid 19 dia l’occasione ad una re-dislocazione dei poteri, tale che quelli che già ne hanno di più se li vedano aumentare e chi ne ha meno se ne veda sottrarre.
Il rischio nasce dal fatto che a fronte della necessità che per sconfiggere il virus si vaccinino tutte le persone che non abbiano ragioni di salute che lo impediscano vi sono ancora alcuni milioni di persone che non intendono vaccinarsi. Ed in questa situazione il Governo Draghi non fa che barcamenarsi.
Da un lato è pressato dalla presenza del virus che non recede ma anzi escogita una variante dietro l’altra per continuare a diffondersi – e dunque è sempre più evidente l’importanza che anche chi non lo ha ancora fatto si vaccini al più presto -;dall’altro non se la sente di proporre al Parlamento un disegno di legge che renda obbligatoria la vaccinazione, come la Costituzione consente, perché alcune forze politiche della sua più che variegata maggioranza sono assolutamente contrarie a provvedimenti legislativi del genere, o perché poco entusiaste di tale rimedio o per mera speculazione politica.
Per questo, il Governo Draghi è ricorso a vari espedienti per incoraggiare i dubbiosi fino quasi a costringerli di fatto, ma senza obbligarli formalmente. Il passaporto verde è uno di questi.
Con gli espedienti qualche risultato lo ha ottenuto. Non sono poche,infatti, le persone indotte a vaccinarsi; non tante però quante sarebbe indispensabile che fossero. Per di più sono sorte incongruenze ed ambiguità per gestire le quali stanno emergendo, in particolare negli ambienti di lavoro, varie forme di supplenza, in parte spontaneamente ed in parte indotte. Sta avvenendo,così che alcuni soggetti esercitino un potere impositivo e/o sanzionatorio non connaturato al loro ruolo. Vi sono,ad esempio, imprenditori che nell’ambito della propria impresa stabiliscono chi può entrare nella mensa e chi debba mangiare per strada, chi può andare a lavorare normalmente e chi in ambienti particolari separati dagli altri o da remoto e chi,al limite, debba astenersi dal lavorare. C’è poi chi si aspetterebbe che nei posti di lavoro fossero anche i Sindacati dei lavoratori a trovare le soluzioni. Secondo la loro tesi le organizzazioni sindacali, che hanno sin dall’inizio della pandemia negoziato con i datori di lavoro le procedure per la migliore difesa dai contagi negli ambienti di lavoro, dovrebbero ora darsi carica di imporre in qualche modo di vaccinarsi ai lavoratori sinora renitenti a farlo.
Ma i Sindacati non possono accettare che gli imprenditori amplino l’area dei propri poteri lasciando che essi adottino misure sanzionatorie nei confronti di chi non si sia vaccinato. Così si riconoscerebbe di fatto all’imprenditore un potere in più che non è connaturato alla sua funzione creando anche un pericoloso precedente.
Né possono darsi carico di supplire le deficienze della Politica per imporre ai cittadini ed alle cittadine che per vivere devono lavorare ciò che il Governo non impone alla generalità dei cittadini e cittadine. La missione dei Sindacati è diversa; è di tutelare in particolare, anche se non solo, nei confronti dei datori di lavoro gli interessi ed i diritti di tutte le persone che prestano la propria opera dietro il corrispettivo di un salario o di uno stipendio. Quindi anche di coloro che non intendono vaccinarsi. Il loro compito è di rappresentare i lavoratori non di coartare la volontà di una parte di essi.Se obbligo deve esserci – ed in questo caso temo che sia inevitabile, ormai – esso non può che essere sancito per legge.
Ovviamente i Sindacati stanno deludendo quanti vedrebbero bene un loro intervento in sostituzione di quel che il Governo ha difficoltà a fare e stanno irritando gli ambienti imprenditoriali che non vedrebbero male un aumento dei propri poteri discrezionali. Si spiega così la campagna di critiche di cui sono oggetto in questi giorni le organizzazioni sindacali dei lavoratori ed in particolare il leader della CGI Landini. Non c’è da meravigliarsene. Né può stupirei che di queste critiche si facciano portatori alcuni organi di informazione. E’ stupefacente però che non riescano a fare chiarezza nemmeno giornaliste e giornalisti di indiscutibile spessore culturale ed esperienza come è avvenuto martedì sera 23 agosto nella trasmissione In Onda della 7 , nella quale il prof.Tito Boeri, già presidente dell’INPS, ha insistito nell’attribuire ogni sorta di responsabilità ai sindacati come se solo qualche giorno prima il Corriere della Sera non avesse pubblicato una intervista nella quale il Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini ha spiegato con grande chiarezza cosa compete al sindacato e cosa al Governo.
Stupisce ancora di più che nessuno sia intervenuto telefonicamente nel corso della trasmissione per rimettere ordine nei ragionamenti.