Pare sempre più chiaro che la magistratura egiziana vuole tenere Patrick in carcere fino al massimo possibile di 24 mesi col rischio che vada a processo o che la detenzione si protragga ulteriormente per nuovi inventati capi d’accusa.
Anche ieri i rappresentanti delle diplomazie occidentali sono stati tenuti fuori dall’aula. Hanno lasciato scritto che desidererebbero riprendere a monitorare le udienze. Questa situazione umiliante è il paradigma del fallimento della strategia del governo italiano, che non ha mai protestato per le violazioni dei diritti umani che sta subendo Patrick.
Sarebbe necessario che ad alzare la voce ora fossero anche i parlamentari che hanno votato, alla Camera e al Senato, per la cittadinanza italiana a Patrick. Sono loro a sostenere il governo Draghi e devono essere loro a pretendere un cambio di passo.