Si indicano diversi nominativi relativamente al successore di Sergio Mattarella. Sorprende che poco spazio sia destinato a nominativi di donne.
In realtà l’Italia sarebbe ben lieta di avere una donna Presidente della Repubblica.
Se è vero che che occorra umanizzare la vita politica e renderla foriera di cultura materna, ossia di cultura dell’accoglienza e della pedagogia della solidarietà e dell’amore verso gli altri ed il creato, è anche vero che tale cultura possa essere incarnata, in modo mirabile, proprio da una donna.
Da una donna che non appartenga ai ranghi del potere, ma che provenga da un ceto umile e che incarni i valori scaturenti dalla cultura della legalità, della giustizia sociale e della conoscenza, nell’accezione più universale del termine, che possono condurre a mete sempre più elevate di civiltà. I tempi sono maturi per eleggere una donna Presidente della Repubblica.
C’è chi afferma che gli occhi delle donne vedono aspetti della realtà che, da sempre, sono rimasti avvolti dal buio più profondo e che, per tale motivazione, il progresso dell’umanità non si sia mai realmente concretizzato nelle sue forme più evolute, come le tragedie attuali dimostrano amaramente.
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