“L’insostenibile leggerezza” delle Nuvole di Aristofane secondo Calenda, al Teatro Greco di Siracusa

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La godibile trasposizione della celebre commedia chiude il ciclo di rappresentazioni classiche a Siracusa; una emozionante ripresa dopo la dura sospensione dello scorso anno. Ritrovare la magica atmosfera del grandioso teatro di pietra, riscoprire la forza e la bellezza dei testi classici, rivisitati in versioni innovative, è certamente una  intensa sensazione di rinascita e di rinnovato amore per questa antica forma d’arte.

Godibile dunque questo  Nuvole, commedia tra le più interessanti della drammaturgia classica. All’ottava regia a Siracusa, prima di una commedia, l’eclettico Antonio Calenda, nel pieno possesso di un onesto linguaggio teatrale e grazie a un raffinato intuito empatico, in asse con lo spirito di Aristofane, ha dato vita a una  raffinata tragicommedia dai toni umoristici velati di malinconica ironia; ha dato ampio spazio alla musica da Cabaret e Avanspettacolo, alla danza, al canto; ha infarcito il testo e i movimenti di citazioni dotte di ogni tempo, coinvolgendo il pubblico nel divertente gioco del riconoscimento; ha accostato felicemente la sapida ruspanteria del gustoso, misurato, eccellente Strepsiade di Nando Paone, all’eleganza gigionesca del Socrate di Antonello Fassari; ha usato il sapido femminino delle leggiadre Nuvole, in spassoso antagonismo con l’improbabile corteo mascolino dei Sofisti. Il tutto ha preso forma in un ensemble ricco, corposo, articolato, in alcuni momenti forse ridondanti di musiche e danze fino a sfiorare il musical, ma di gradevolee sicuro effetto. Assecondando le intenzioni di Aristofane, qui personaggio sempre in scena in elegante marsina bianca, evocativo del deus ex machina, gli viene affidato il prologo nel quale, deluso dal 3° posto delle Nuvole alle grandi Dionisie del 423 a.C. , rivendica il valore della sua commedia arguta, sottile, intelligente. Non uscirà mai di scena, aggirandosi in palco come Aristofane si aggirava ad Atene, attento e riflessivo nei meandri di una democrazia e di una polis in declino.

Al centro dell’opera, definita surreale dallo stesso Calenda, due argomenti scottanti e di un’attualità sconvolgente: l’educazione dei giovani e la cattiva Parola dominante in un tempo di disorientamento e degrado politico.

L’elegante regia, assaporando e restituendo l’atmosfera appunto surreale su cui naviga il pensiero politico-filosofico di Aristofane, ha consegnato al bianco la scena essenziale, sintetizzata in due antagonistiche costruzioni, echeggianti le archeologie greche, separate da grandi pannelli,e in un cavallo di legno, rappresentazione della passione deleteria del giovane Fidippide. Protagonista assoluto il copricapo esuberante del coro; una deliziosa mise dal suggestivo effetto scenico fin dalla prima apparizione dall’alto dei pannelli, delle Nuvole, sormontate da enormi, rotondi, spumeggianti cappelli di tulle stile Belle Époque, azzurri, rosa, grigi, bianchi, evocativi del colore delle nuvole. Le vediamo combinarsi in variegate forme, come le nuvole nel cielo, guidate dalle splendide corifee di Galatea Ranzi e Daniela Giovanetti, infine scomporsi in danze sfrenate, abbandonati gli enormi cappelli, in cuffiette bianche che ricordano l’esilarante corsa degli spermatozoi di Woody Allen. Cangianti, effimere, svagate, sono le uniche dee rimaste in campo. La precarietà dell’Essere trova qui i suoi risvolti comici, punteggiando la vicenda con guizzi e sprazzi di giochi di parole, forieri della risata dissacrante e dirompente. Sul grande palco prende forma così la storia del contadino Strepsiade, che per sfuggire ai debitori vuole mandare alla scuola dei Sofisti e dal loro maestro Socrate (l’accostamento è un falso storico) l’indolente figlio Fidippide, dalla divertente erre moscia, dedito unicamente alla costosa passione dei cavalli, affinchè apprenda l’arte del Discorso capace di rivoltare l’ingiusto nel giusto e salvarlo dai debiti che come cimici lo punzecchiano impedendogli il sonno. Esilarante l’uso della filosofia per non pagare i debiti …un accostamento geniale del grande commediografo.

Il rifiuto del figlio lo costringe a sottoporsi agli insegnamenti del Maestro con comici insuccessi, fino a rinunciare. Convinto dal padre, Fidippide frequenterà finalmente la scuola, apprendendo l’arte della retorica a suo uso e consumo. Apprende soprattutto la dialettica del Discorso peggiore, eticamente scorretto, che in una scena fondamentale sfida e sconfigge il Discorso migliore, emblema di antiche virtù. Così Fidippide risolverà le pretese dei debitori, ma troverà giusto picchiare il padre esterrefatto, dimostrandogli di avere persino ragione. Esasperato e finalmente consapevole di avere errato, Strepsiade, davanti alle Nuvole sconcertate e impotenti, vorrà appiccare il fuoco al Pensatoio, origine dei suoi mali. Il rogo chiude la vicenda in una tragicomica conclusione in cui vittime e carnefici pendono dallo stesso filo. Sull’amara vicenda viene steso sul grande palco un velo oscuro ed inquietante, su cui danzano e corrono sfrenatamente donne che non hanno più nulla delle Nuvole, a calpestare e scomporre il nostro fragile mondo.

Un invito a riflettere su “ciò che non siamo ciò che non vogliamo”.

NUVOLE

 

Opera di | Aristofane
Regia | Antonio Calenda
Traduzione | Nicola Cadoni
Scene e Costumi | Bruno Buonincontri
Musiche | Germano Mazzocchetti
Coreografia | Jacqueline Bulnés
Light Designer | Luigi Biondi

Assistente alla regia | Alessandro Di Murro
Assist. alla Scenografia | Francesca Forcella
Assist. ai Costumi | Laura Giannisi
Assistente volontaria | Ornella Matranga, Simona De Sarno
Direttore di Scena | Giovanni Ragusa

 

CAST

 

ARISTOFANE | Stefano Santospago
STREPSIADE | Nando Paone
FIDIPPIDE | Massimo Nicolini
SOCRATE | Antonello Fassari
CORIFEE | Galatea Ranzi, Daniela Giovanetti
DISCORSO MIGLIORE | Stefano Galante
DISCORSO PEGGIORE | Jacopo Cinque
PRIMO CREDITORE DI STREPSIADE | Alessio Esposito
SECONDO CREDITORE DI STREPSIADE | Matteo Baronchelli
DISCEPOLI DI SOCRATE | Antonio Bandiera, Matteo Baronchelli, Alessio Esposito, Giancarlo Latina, Jacopo Cinque, Stefano Galante, Alessandro Mannini, Damiano Venuto

XANTIA | Rosario D’Aniello

CORO DI NUVOLE | Noemi Apuzzo, Rosy Bonfiglio, Luisa Borini, Verdiana Costanzo, Laura Pannia

CORO | Giulia Acquasana, Valentina Brancale, Victoria Blondeau, Virginia Bianco, IrasemaCarpinteri, Federica Cinque, Valentina Corrao, Carolina Eusebietti, Caterina Fontana, Giorgia Greco, Rosaria Salvatico, Francesca Trianni, Gaia Viscuso

 

DATE

AGOSTO

3/5/7/9/11/13/15/17/19/21

Fonte: https://www.scriptandbooks.it/2021/08/14/linsostenibile-leggerezza-delle-nuvole-di-aristofane-secondo-calenda-al-teatro-greco-di-siracusa/


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