L’Italia vince contro ogni previsione della vigilia. Ad agosto ha sbalordito nelle Olimpiadi di Tokyo, a luglio ha sorpreso nel Campionato europeo di calcio. Lo scorso mese la nazionale di calcio, sommando bravura e fortuna, ha conquistato la Coppa di Euro 2020 e ora si prepara ai Mondiali del 2022 in Qatar. Ha battuto l’Inghilterra nella finalissima per 4 gol a 3 ai rigori, dopo i tempi supplementari finiti 1 a 1.
Gli atleti azzurri nello stadio Olimpico di Tokyo hanno fatto faville travolgendo ogni primato: 10 medaglie d’oro, 10 d’argento, 20 di bronzo. In tutto sono saliti sul podio dei premiati ben 40 volte (sono arrivati settimi dopo Stati Uniti, Cina, Russia, Regno Unito, Giappone, Australia). Inimmaginabile. È un primato che ha incenerito sia il record di medaglie delle Olimpiadi di Los Angeles nel lontanissimo 1932 sia quello delle Olimpiadi di Roma nel lontano 1960.
Anche nelle Olimpiadi di Tokyo hanno giocato sia le capacità sia la fortuna. L’Italia ha vinto l’incredibile medaglia d’oro nella staffetta 4X100 per un soffio: l’ultimo corridore azzurro ha tagliato il traguardo contro l’atleta britannico con un vantaggio di appena un centesimo di secondo. Hanno esultato gli italiani nella Penisola e quelli a Tokyo. Marcel Jacobs, Fausto Desalu, Lorenzo Patta, Filippo Tortu hanno festeggiato il premio, sempre appannaggio di velocisti americani e giamaicani, esultando e avvolgendosi in una enorme bandiera tricolore nello stadio Olimpico. Marcel Jacobs ha commentato: «Siamo sul tetto del mondo. E devo dire grazie agli italiani. Abbiamo sentito la loro spinta da casa…è fantastico». L’uomo più veloce del mondo poco prima aveva vinto un’altra medaglia d’oro nei cento metri, una corsa di velocità e potenza quasi sempre conquistata in passato dagli atleti statunitensi.
Giovanni Malagò sembra battere cassa. Ha parlato di «record storico», di una «Italia multietnica e super integrata». Ha decantato la competenza del Coni da lui diretto: è «una cosa molto rara nel nostro mondo».
Un miracolo dopo l’altro ha dato nuovo smalto agli italiani e all’Italia a livello internazionale. Gli azzurri non hanno mai brillato nell’atletica e, in particolare, nella corsa. Sara Simeoni ha detto al ‘Corriere della Sera’: «Vincere aiuta a vincere». Certo il successo di un collega, specie in una disciplina proibitiva per l’Italia aiuta, fa crescere l’entusiasmo e la fiducia dei compagni. Ma la stessa atleta azzurra medaglia d’oro a Mosca per il salto in alto precisa i molti motivi dello straordinario successo: dai sacrifici degli atleti con le prove nei cortili di casa nell’era Covid-19 alla eccezionale fioritura dello sport territoriale, all’organizzazione assicurata dalle varie federazioni sportive.
Il trionfo alle Olimpiadi di Tokyo è l’espressione della nuova Italia del 2021, quella multietnica integratrice, pur tra mille difficoltà, di uomini con culture molto diverse. Il fuoriclasse Marcel Jacobs, ad esempio, è nato in Texas da padre statunitense e madre italiana. Fausto Desalu, suo collega nella staffetta, è nato in provincia di Cremona da genitori nigeriani. Ma a Tokyo hanno partecipato ben 46 atleti azzurri nati all’estero oltre a quelli nati in Italia da genitori stranieri. Questa linfa multietnica ha dato una carica in più alla squadra italiana. Ha dato nuova forza e fiducia nelle doti sportive della nazionale olimpionica e in quella di calcio.
Sergio Mattarella e Mario Draghi l’hanno capito e hanno ringraziato gli atleti. Il capo dello Stato e il presidente del Consiglio hanno lanciato un appello all’impegno comune e all’unità. Il messaggio suona come rivolto anche ai partiti italiani, perennemente divisi e rissosi anche in drammatiche emergenze come quelle del Coronavirus. Vedremo se questa nuova linfa vitale della nuova Italia dopo lo sport passerà anche alla politica.