In agosto 2020 Kseniya si è licenziata dalla tv di stato BT dove aveva lavorato per 15 anni. Voleva aprire un canale televisivo alternativo. Ha aderito al Consiglio di Coordinamento (organo di autogestione formato dalla società civile bielorussa per favorire la transizione del potere in seguito alle elezioni presidenziali truccate) e ne era la responsabile delle pubbliche relazioni. Probabilmente è questo il vero motivo dell’accampamento delle autorità nei suoi confronti.
Kseniya Lutskina ha un figlio di 11 anni che ora sta con i nonni. Ogni giorno chiede quando tornerà la mamma, ma i nonni non sanno rispondere: le autorità hanno ripetutamente negato al padre di Kseniya la possibilità di visitare la figlia, il suo avvocato ha firmato il patto di segretezza e la corrispondenza dal carcere arriva con il contagocce, anche se lei scrive tanto e regolarmente.
Nel 2012 Kseniya aveva già subìto un intervento chirurgico per lo stesso problema. Un tumore era stato rimosso con successo, un altro invece era impossibile da asportare. Fino all’arresto grazie ai controlli periodici e lo stile di vita adeguato le sue condizioni erano stabili, ma durante i mesi della detenzione il tumore ha cominciato a crescere.
Fonte: la testata indipendente Nasha Niva