Gazzetta del Mezzogiorno, lavoratori come pacchi postali anche per la Regione Puglia?

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“I lavoratori non sono pacchi postali, che possono essere retrocessi dall’inquilino al proprietario e subito dopo rispediti indietro per eventuali ripensamenti, in barba ai diritti costituzionali e alle procedure fallimentari in corso.  E’ quanto, secondo un’iniziativa alquanto irrituale della Task Force regionale per le crisi industriali, dovrebbe accadere alla Gazzetta del Mezzogiorno, le cui pubblicazioni sono state sospese dal 1 agosto dopo il rifiuto da parte della Ledi srl di accettare un ulteriore mese di proroga autorizzato dalla Edisud in fallimento”. A sostenerlo in una nota congiunta sono Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione della Stampa di Puglia, Associazione della Stampa di Basilicata e Comitato di Redazione.

“La vicenda dei giornalisti e dei lavoratori della Gazzetta del Mezzogiorno, purtroppo, fa il paio con quella dei lavoratori della Logistic di Bologna, ai quali è stato notificato il licenziamento con un messaggio a poche ore dalla chiusura delle attività. Dopo che il 27 luglio l’editore affittuario delle attività editoriali in capo alla Curatela fallimentare Edisud aveva garantito alla direzione e alla redazione del giornale il prosieguo delle pubblicazioni sino al 31 agosto, lo stesso editore pro-tempore il 30 luglio ha notificato alle parti di aver deciso di non proseguire oltre la scadenza del fitto, fissata appena 24 ore dopo, il 31 luglio. Evidentemente, da allora, sono intercorsi ripensamenti che avrebbero indotto il presidente della Task Force, Leo Caroli, ad inviare una missiva in cui si chiede alle due curatele, Edisud e Mediterranea, di trovare insieme alla Ledi srl una soluzione temporanea per consentire l’uscita del giornale in edicola nelle more di una valutazione in corso da parte del Tribunale delle proposte concordatarie.

 Il sindacato ha già sollecitato il Tribunale fallimentare, nei giorni scorsi, ad evitare soluzioni-ponte pasticciate e a rispettare le procedure in corso da parte dei comitati dei creditori, chiamati ad esprimersi sui piani di concordato presentati dalla stessa Ledi srl e da Ecologica spa per la definitiva aggiudicazione della testata. Inoltre, ai giudici e alle curatele è stato chiesto di assicurare, nel rispetto delle leggi, tempi celeri per la decisione e rapida assegnazione della testata al soggetto che risulterà vincitore al termine di queste analisi, che devono essere svolte serenamente e scevre da pressioni o interferenze esterne, al fine di consentire l’uscita del giornale in edicola in tempi ragionevoli.

Desta, pertanto, sconcerto l’appello di un organo della Regione a individuare, nelle more, soluzioni transitorie che rischiano di interferire sulle valutazioni in corso da parte degli organi giudiziari preposti e che comportano, appunto, l’utilizzo dei lavoratori come pacchi postali, prima retrocessi e poi – in base alla richiesta – rispediti al soggetto che ha rifiutato la proroga della gestione provvisoria.  Che a ipotizzare tale percorso sia un imprenditore privato, dopo che ha retrocesso in 24 ore tutti i contratti di lavoro e le licenze delle attività editoriali ed ora aspetta gli vengano restituite, poco male. Ma che a farlo sia la Task Force dedicata alle crisi industriali, la cui principale preoccupazione dovrebbe essere proprio tutelare la dignità dei lavoratori, risulta davvero incomprensibile.

Invitiamo, pertanto, le curatele a non prendere in considerazione alcuna proposta che non sia sottoposta, come prevedono le stesse norme fallimentari, a procedure di evidenza pubblica sulla base dei principi della concorrenzialità. E, nel contempo, a respingere soluzioni-tampone la cui utilità – la continuità del giornale in capo ad uno dei due concorrenti al concordato fallimentare Mediterranea – sarebbe temporalmente ristretta e persino pregiudizievole rispetto agli esiti della stessa procedura.

Si faccia, piuttosto, tutto il possibile per concludere le procedure e consentire al giornale di tornare in edicola, tutelando con certezze definitive il prestigio della testata e la dignità dei lavoratori”.


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