In Siria si continua a morire in silenzio. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Unicef, solo nel mese di luglio sono stati uccisi almeno 54 bambini, la maggior parte del nord del Paese. “Venerdì scorso, quattro bambini della stessa famiglia sono stati uccisi mentre dormivano nella loro casa nel governatorato di Idlib”, ha dichiarato Bertrand Bainvel, vicedirettore generale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Generazioni di bambini in Siria stanno crescendo senza conoscere altro che la guerra. Vivere in sicurezza è il minimo che i bambini meritano ovunque si trovino, inclusa la Siria”, ha aggiunto Bainvel. Il sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi d’emergenza delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, ha ricordato che tra giugno e luglio sono stati uccisi 153 civili e sono stati registrati 20mila nuovi sfollati. Nello stesso documento, rilasciato martedì 24, Griffiths ha denunciato anche altre emergenze dimenticate, quali i matrimoni precoci e i contagi da Covid-19. Secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University i contagi ad oggi sono oltre 27mila, e solo lo 0,93% della popolazione avrebbe completato il ciclo vaccinale.
Oltre alle violenze incessanti, la popolazione civile è minacciata anche dalla malnutrizione e dalla progressiva siccità che avanza nel Paese. Secondo un report della Ong Acted-Action Against Hunger, “almeno 12 milioni di persone tra la Siria e l’Iraq stanno perdendo l’accesso ad acqua, cibo ed elettricità e sono necessarie azioni urgenti per combattere una grave crisi idrica. Due dighe nel nord della Siria, che servono tre milioni di persone con l’elettricità, rischiano la chiusura imminente. Le comunità di Hasakah, Aleppo, Raqqa e Deir ez Zour, compresi gli sfollati nei campi, hanno assistito a un aumento delle epidemie di malattie trasmesse dall’acqua come la diarrea, dopo la riduzione dell’acqua”. Secondo un altro report del Word Food Programme “I prezzi del cibo rimangono del 102% più alti rispetto a 12 mesi fa. Un consistente aumento delle ostilità e pesanti bombardamenti sono stati segnalati nella zona di Dar’a al-Balad a luglio; di conseguenza sono stati registrati spostamenti verso la città di Dar’a, al confine con la Giordania. Il Wfp ha attivato la propria risposta di emergenza con l’invio di razioni pronte per il consumo”, si legge nel documento. Sarebbero circa 38mila, tra cui oltre 20mila bambini, i nuovi sfollati nell’area, sottoposta ad assedio da almeno due mesi. Dal 2011 Dar’a è una città simbolo dello scontro tra il governo e l’opposizione; prima città a vedere le manifestazioni pacifiche contro la famiglia di Assad, Dar’à è tutt’oggi teatro di scontri tra l’esercito l’esercito siriano, sostenuto dalle milizie filo-iraniane e l’opposizione armata, che rivendica il controllo sul territorio.
La fine del mese di agosto rappresenta per la Siria anche una ricorrenza drammatica, quella dell’ottavo anniversario dei bombardamenti chimici sulla città di Ghouta, alle porte di Damasco, costato la vita a oltre 1400 persone. Il relatore del Dipartimento Americano Ned Price ha rilasciato, in questa occasione, un comunicato stampa in cui ha dichiarato che “Gli Stati Uniti stimano che il regime di Damasco abbia usato armi chimiche contro il popolo siriano almeno 50 volte dall’inizio del conflitto. In questo triste anniversario, ricordiamo e onoriamo tutte le vittime degli attacchi con armi chimiche del regime di Assad”.
Fonte: Avvenire