Dalla base di Aviano un sit-in contro l’assurdità delle spese militari

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È stato importante e significativo il collegamento dalla base di Aviano con l’Assemblea nazionale di Art.21 l’altro ieri, lunedì 9 agosto. Si è svolto dunque il sit-in con la partecipazione di un centinaio di persone. Riguardo ai mezzi di informazione è stata importante la presenza di Rai Regione Friuli-Venezia Giulia che ha fatto così conoscere l’iniziativa. I diversi interventi hanno evidenziato l’importanza fondamentale, decisiva di vivere la memoria a partire proprio dalle vittime.

Senza memoria non si può costruire un futuro umano. Dalla mancanza di memoria sono conferma la costruzione e il rinnovamento delle armi nucleari, e la decisione di nuove armi.

In modo significativo è stata denunciata l’assurdità delle spese militari indicando proprio con i numeri quali investimenti corrispettivi alternativi dovrebbero esserci per la salute, la scuola, la ricerca, il lavoro, l’ambiente, i servizi sociali indispensabili.

Pierluigi Di Piazza ha concluso l’iniziativa con questo breve intervento:

Alcuni spunti, proprio frammenti di riflessione avvicinandosi alla conclusione.

Abbiamo vissuto la memoria delle decine e decine di migliaia di vittime delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, crimini contro l’umanità, possibilmente di ciascuna delle persone: dei bambini che in una mattinata limpida alle 8.15 del 6 agosto si recavano a scuola Hiroshima e poi sono state travolte dall’inferno; agli operai che alle 11:02 del 9 agosto lavoravano nelle fabbriche di Nagasaki. L’essere umano ha piegato le scoperte della scienza alla produzione della morte elevando la potenza distruttiva a un livello impressionante per cui nella storia dell’umanità nulla è più come prima. La memoria umana e storica è indispensabile per costruire un futuro umano, sempre a partire dalle vittime, dal loro dolore, dalla loro morte, in realtà uccisione. La memoria storica degli orrori della guerra e dei campi di sterminio che ha fatto scrivere alle Madri e ai Padri della Costituzione:” l’Italia ripudia la guerra”, con un verbo di impressionante, radicale, profondo e di permanente significato. È la memoria storica che ha fatto scrivere a Don Lorenzo Milani nella lettera ai giudici che, “l’obbedienza non è più una virtù ma la più subdola delle tentazioni; che ciascuno deve sentirsi responsabile di tutto”. Non è virtù quando è sottomissione acquiescente e supina al sistema di ingiustizia, violenza, armamenti e guerra in cui ci troviamo. L’informazione che poco fa don Albino ci ha comunicato riguardo al nuovo super caccia Tempest da realizzare insieme alla Gran Bretagna e alla Svezia è impressionante e avvertiamo che si pone contro la Costituzione italiana. Solo per le spese di sviluppo sono previsti 6 miliardi di euro; l’impegno è stato formalizzato nel documento programmatico pluriennale approvato in questi giorni. Questo ci sconcerta e con forza culturale, etica, politica e spirituale dichiariamo con sdegno tutta la nostra opposizione. Così si tradisce la memoria e si disprezzano le vittime. È la memoria che ha portato nel luglio 2017 al trattato dell’ONU firmato da 122 paesi contro le armi nucleari da cui vergognosamente manca l’adesione dell’Italia che invece ha progettato di acquistare 90 cacciabombardieri F35 per una spesa complessiva di oltre 14 miliardi di euro ancora una volta queste scelte cancellano la memoria. Non c’è memoria neanche nelle basi di Ghedi e in quella qui di fronte di Aviano. Ricordo sempre con commozione un sabato mattina di un settembre di alcuni anni fa quando durante uno dei consueti convegni di settembre del Centro Balducci siamo venuti qui davanti alla base e con noi c’era Suzuko Numata Hibakusca, testimone di Hiroshima. Dalla sua sedia a rotelle volgendosi verso la base ha detto: ” Allora l’umanità non ha ancora capito che la strada delle basi militari e delle armi a cominciare da quelle atomiche è una follia; lo diciamo noi che abbiamo sperimentato l’inferno causato dalle atomiche.” Nel 2005 ho vissuto l’esperienza indelebile di essere presente nei luoghi della memoria ad Hiroshima e Nagasaki. Esserci con i testimoni presenti è un’esperienza di significato e pregnanza del tutto speciali. Impressiona la presenza dell’acqua sia a Nagasaki che ad Hiroshima perché ricorda che le persone morivano gemendo l’implorazione dell’acqua negli spasmi della morte mentre i loro corpi stavano bruciando.

Le religioni tutte, la Chiesa dovrebbero essere particolarmente custodi e riproporre con continuità la memoria viva. Purtroppo c’è un inaccettabile silenzio. Ci si chiede ad esempio in quante chiese in questi giorni si è fatta memoria delle vittime di Hiroshima e Nagasaki. Chi le frequenta pare si scordi il Vangelo della nonviolenza attiva il Gesù di Nazareth e anche i pronunciamenti significativi del Magistero. Ad esempio le parole di Papa Giovanni XXIII nell’ Enciclica “Pacem in Terris” del 1963 con cui afferma che la guerra in particolare con queste armi è” alienum ad ratione”, cioè fuori da ogni razionalità umana, un’autentica pazzia. Né si ricordano le parole del documento del Concilio Vaticano II “Gaudium et Spes” che parla di “delitto contro Dio e contro l’umanità”. Papa Francesco ad Hiroshima il 24 novembre 2019 ha affermato che “queste armi sono un crimine non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro della nostra casa comune. L’uso è immorale, come già lo è il possesso.”

È importante essere qui, porre questo segno. Poi ciascuna e ciascuno di noi lo ripropone, lo rende vivo e attuale là dove vive e opera. Ciascuna e ciascuno a formare quel noi indispensabile del quale c’è una presenza qui, questa mattina.”


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