La proposta di levare la targa dedicata ai giudici Falcone e Borsellino e di rimettere quella con il nome di Arnaldo Mussolini, si qualifica da sola e a nulla valgono le risibili smentite che non smentiscono nulla, del resto esistono le registrazioni e basta riascoltare per fugare qualsiasi dubbio.
Tutti sanno chi erano i due giudici uccisi, con le loro scorte, dalla mafia, ma non tutti sanno ruolo e profilo del fratello del Duce.
Fu un fedelissimo mazziere e un nemico giurato della libertà di informazione. Da direttore del “Popolo d’Italia” promuove e sostiene le più canagliesche campagne contro gli oppositori, protegge le rappresaglie, difende i roghi dei giornalisti nemici, esalta i pestaggi, aizza contro i Gramsci, i Gobetti, i Don Minzoni. Arriva a definire il delitto di Giacomo Matteotti una provocazione contro il Duce. E ancora: copre i sicari, difende le leggi fascistissime e la fine della libertà di informazione. Copre e partecipa alla corruzione di regime, diventa un dirigente della direzione centrale per la stampa e vice commissario Eiar, nascente ente radiofonico. È in prima fila ogni qual volta c’è da bastonare un giornalista dissidente, sostenitore delle peggiori canagliate del fratello e del regime. Queste sarebbero le benemerenze tali da giustificare la reintitolazione del parco a Latina? Sarebbe un oltraggio alla memoria, alla Costituzione antifascista, alla stessa comunità di Latina.
Per fortuna esiste anche la Latina di chi ha dedicato il parco a Falcone e a Borsellino, che ha intitolato una strada a Giacomo Matteotti ed ora ha deciso, dopo aver già dedicato un parco, di dedicare due murales a Ilaria Alpi, a Miran Hrovatin, a chi ha perso la vita per difendere la libertà di informazione e illuminare le zone da mafie, camorre, malaffare.
Se, poi, il sottosegretario Claudio Durigon avesse deciso di dire questa bestialità per strizzare l’occhio ai neofascisti alla vigilia del voto amministrativo previsto a Latina per ottobre, la cosa sarebbe ancora più grave e dovrebbe dimettersi dal Governo. A nessuno può essere consentito di “scherzare” con Falcone e Borsellino pur di acchiappare qualche “manipolo” di elettori in più.
(Nella foto Ugl Claudio Durigon)
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