Torture in carcere a Santa Maria Capua Vetere, il Sugc: «No a ingerenze sull’informazione»

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Il sindacato regionale esorta i giornalisti che stanno lavorando su quanto accaduto a farlo «nel modo più ampio possibile», rispettando «esclusivamente il diritto essenziale dei cittadini ad essere informati» e «continuando a fare emergere lati oscuri di una vicenda inquietante».

Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime «preoccupazione per le continue e inopportune ingerenze sul mondo dell’informazione per il racconto giornalistico sulle torture ai detenuti presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, compresa quella del ministro della Giustizia». È quanto si legge in una nota dell’Assostampa regionale.

«La stampa in Italia – incalza il Sugc – non può e non deve essere sottoposta ad alcun tipo di censura. Sarebbe, invece, più opportuno che i vertici di sindacati della polizia penitenziaria e istituzioni, che chiedono all’informazione di autolimitarsi, si occupassero di uno scandalo di enormi dimensioni che in un altro Paese avrebbe portato a dimissioni eccellenti. Tra l’altro, la reale comprensione di quanto è accaduto è stata possibile grazie alle immagini e alle informazioni pubblicate dai giornali, senza le quali avrebbe prevalso il tentativo di insabbiare tutto».

Per il sindacato regionale, «è importante, invece, che i giornalisti che stanno lavorando su questa inchiesta, rispettando esclusivamente il diritto essenziale dei cittadini ad essere informati, lo facciano nel modo più ampio possibile, continuando a fare emergere lati oscuri di una vicenda inquietante che rappresenta una macchia sul sistema carcerario italiano».


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