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Si gira “Onde radicali”, documentario su una radio e un paese in cerca di diritti

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Una piccola radio armata solo delle sue frequenze e un paese in cerca di nuovi diritti.  Come quella volta negli anni ’80 quando dalle trasmissioni notturne a microfoni aperti di Radio Radicale nacque una mobilitazione che portó ad approvare la legge (L. 24 aprile 1982, n. 164) sul diritto a cambiare sesso. Diversamente da quanto sta accadendo in questi giorni con il ddl Zan, i tabù di quaranta anni fa non fermarono un provvedimento che sanciva il diritto di ciascuno ad affermare la propria identità sessuale.

  A ricordare l’episodio è Francesco Rutelli nel film documentario “Onde radicali” per la regia di Gianfranco Pannone scritto con Marco Dell’Omo e Simonetta Dezi. Il docufilm ha battuto il primo ciak nei giorni scorsi a Roma e sarà trasmesso in autunno su Sky Documentaries (canali 122 e 402). Una produzione voluta fortemente da Mario Mazzarotto con Movimento Film e realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura. 

 “Facemmo una battaglia per il diritto di cambiare sesso – racconta Rutelli – non si sarebbe potuta fare senza Radio radicale. I cittadini stavano lì perché chiamati dall’emittente, venivano anche di notte e manifestavano davanti a Montecitorio insieme alle trans che minacciavano di spogliarsi”. E’ il primo colpo messo a segno “da una minoranza appassionata che ha cambiato il costume e le leggi”, sono ancora le parole dell’ex sindaco di Roma. La legge fu votata anche dalla DC e promulgata dall’allora presidente  della Repubblica Sandro Pertini. E il Vaticano non ebbe niente da ridire. Era il 14 aprile 1982 e il parlamento italiano, tra i primi in Europa, riconosceva il diritto dei trans di registrare all’anagrafe e sui documenti la nuova identità sessuale.  

  E’ solo uno delle tante storie raccontate da “Onde radicali”, documentario che ripercorre le tappe più significative di una radio che ha rivoluzionato, in quasi mezzo secolo di cronaca italiana e internazionale, il modo di fare giornalismo e informazione. Il racconto ruota intorno a quattro fatti di cronaca che lasciarono il segno nel Paese e dei quali Radio Radicale fu  protagonista e testimone diretta: l’uccisione di Giorgiana Masi durante una manifestazione promossa di radicali nel 1977, il rapimento e la liberazione del giudice Giovanni D’Urso, l’arresto e la gogna giudiziaria subita da Enzo Tortora, l’uccisione del corrispondente della radio in Cecenia Antonio Russo.

 Tanti i testimoni che popolano il documentario: Emma Bonino, Francesco Rutelli, Roberto Giachetti, Rocco Papaleo, Tony Garrani, Gianfranco Spadaccia e molti altri. Dalla voce di chi negli anni ’70 ha costruito la radio (Pino Pietrolucci, Paolo Vigevano) si sentirà l’energia di un decennio che non fu solo quello degli anni di piombo, mentre i nastri custoditi nell’archivio restituiranno le voci di Enzo Tortora e Leonardo Sciascia. Ricordi tenuti insieme anche dalle famose conversazioni radiofoniche tra Marco Pannella e Massimo Bordin.


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