Semi di Genova. Un progetto di Festival dei Diritti Umani, Radio Popolare, Fondazione Roberto Franceschi Onlus e GoodIdeaStyle

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Vent’anni. Non è più cronaca, è già storia.  I fatti di Genova sono ferite aperte per chi ha subito le violenze; sono materia oscura per chi non c’era; tutti ne viviamo ancora le conseguenze.

Un movimento articolato, che studiava, contestava le politiche liberiste, che è stato travolto da una violenza pianificata. Quella violenza ha oscurato tutto ciò che era successo prima, nelle discussioni del Genoa Social Forum. Che proprio perché “global” cominciava a impaurire le economie più avide. Non si possono capire le violenze di strada, nelle caserme, alla Diaz se non si capisce la forza e il consenso che stava guadagnando il movimento altromondialista.

Per raccontare Genova 2001 e capire le capacità premonitrici del movimento occorreva partire da lì per arrivare ai giorni nostri. Per capire come il modello imperante di economia sta impoverendo ancora il Sud del mondo, sta accrescendo le disuguaglianze, sta avvelenando il pianeta, sta violando i diritti umani, non per ultima la libertà d’espressione.

Una timeline che abbiamo sviluppato “pescando” dal fondamentale archivio di Radio Popolare e dalla creatività di GoodIdeaStyle; il Festival dei Diritti Umani e la Fondazione Franceschi hanno poi raccolto le riflessioni di studiosi, con un lungo filo rosso che si dipana per tutto il progetto “Semi di Genova”: le analisi del movimento del 2001 si sono rivelate giuste? Ogni giorno scopriremo le risposte, ma un’anteprima possiamo darla: tra le macerie di Genova sono rimasti molti semi che possono germogliare. Basta averne cura.


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