BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Sardegna devastata dagli incendi

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Una devastazione immensa le cui terribili conseguenze si protrarranno per decenni. Boschi, pascoli, aziende agricole e zootecniche, località turistiche, paesi aggrediti giorno e notte da un fuoco inarrestabile sospinto da un forte caldo vento africano, noto con il gentile nome di scirocco, contro cui poco sono riusciti a fare uomini, mezzi meccanici, aerei ed elicotteri dell’apparato antincendio. Un’apocalisse che sta causando continue evacuazioni di centinaia di persone – ed animali – dai comuni e dalle case in cui vivono. Comuni, tanti, minacciati dalle fiamme e invasi dal fumo: Bonarcado, Cuglieri, Santu Lussurgiu, Tresnuraghes, Scano Montiferro, Sagama, Sindia, Sennariolo, Macomer, Siamanna, Usellus, Mogorella – tutti nell’oristanese – Arzana, Santa Lucia di Siniscola, Fonni – nel nuorese – Ittiri, Thiesi, Loiri Porto San Paolo – tra sassarese e Gallura -. Un calcolo provvisorio ed approssimativo indica solo per l’oristanese, in 20 mila ettari le superfici percorse dal fuoco. La forza del vento ha sospinto cenere fin sopra Sassari. I danni sono incalcolabili e portano alla mente le devastazioni che il fuoco produsse in Gallura nel 1983 e nel 1989 causando anche decine di morti. Le particolari condizioni climatiche hanno favorito il disastro, ma se non ci fosse stata all’origine, la mano dell’uomo, volontaria o involontaria, tutto questo non sarebbe successo. L’autocombustione è solo un misero alibi. La Giudicessa Eleonora d’Arborea nella sua Carta de Logu dispose che agli incendiari venisse applicata la pena del taglio di una mano. Oggi, se mai si troverà un responsabile, per quale enorme colpa dovrebbe essere punito? Mezza Sardegna è in cenere e con essa attività agricole, pastorali, commerciali, turistiche come a Porto Alabe, splendida località sulla costa centro occidentale, o a Santu Lussurgiu paese immerso nei boschi nel cui territorio si trovano le fonti di San Leonardo. Le scarne cronache nazionali di questi giorni quando si decideranno a raccontare in tutta la sua portata questa immane tragedia, inatteso e pericoloso rigurgito di una piaga secolare?


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