…è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale… Dante si riferisce all’aiuto dei potenti. Ed io penso alle scale sdrucciolevoli delle caserme e delle questure, che, i numerosi referti prodotti attestano essere causa di ogni disgrazia e danno che accade ai detenuti, a persone arrestate, a chi all’improvviso si ritrova con rottura di testa, frattura di gambe, visibili modifiche di connotati.
Scale scivolose e distrazione sono veramente un cocktail terribile in luoghi dove le forze dell’ordine dovrebbero vigilare sulla sicurezza …anche delle scale.
Da ragazzo ho sempre letto che erano quelli i luoghi più pericolosi da frequentare e che producevano pazienti per ortopedici, internisti, interventi in ospedali o cliniche private.
L’informazione oggi ci dice che episodi simili a quelli ignobili accaduti al carcere di santa Maria Capua Vetere accadono in numerosi carceri e sono sempre accaduti.
Un grande attore ricordava che è la somma che fa il totale. Ed è proprio la somma di queste violazioni della Costituzione che avviliscono l’Italia intera. Basta nel fingere di parlare di casi isolati.
Tali episodi non accadono in carceri frequentati da così detti capi camorra, insomma da coloro che ricevono il pranzo dall’esterno, per dirne una, e che incutono timore, a differenza dei senza protezione, dei non affiliati, dei poveri drogati un poco fuori di testa.
Le violenze verso i deboli rinforzano i forti ai quali si chiede protezione. E l’illegalità si diffonde, gli affari degli appalti vanno bene, la violenza vince.
I grandi quotidiani soffrono di una forma di schizofrenia, di un disturbo che favorisce grande analisi di valenza nazionale, che giungono sempre tardi perché carenti di letture precedenti, zona per zona, provincia per provincia, regione per ragione e quindi carcere per carcere, periferia per periferia, episodio per episodio, etc.
Sappiamo oggi che altre inchieste intorno all’esercizio della violenza nelle carceri sono in campo. Quindi si indaga su avvenimenti noti, conosciuti. E sono avvenimenti che non possono essere ignoti ai responsabili dei Ministeri, ai Vertici delle forze dell’ordine, alla Magistratura che indaga, a schiere di avvocati, di medici, di operatori. Vince il silenzio. Vince la difesa delle categorie. Vincono le corporazioni. Vince una distorta interpretazione dello Stato di diritto, per cui ogni soggetto immagina di rappresentare lo Stato, a modo suo.
Siamo dinanzi a situazioni carenti di legalità in ogni zona del nostro Paese.
Tutte queste deficienze, complici responsabili corrotti, come attestano, dopo anni, evidenze innegabili e sentenze definitive, danno un quadro di degrado complessivo che investe l’intero territorio nazionale , che poi è occasione di numerose analisi, di articoli in prima pagina, di riflessioni di intellettuali che da casa scrivono tra un caffè e un pasticcino e che inviano, per contratto, al quotidiano nazionale di riferimento.
Nelle lontane periferie i giornali di provincia evidenziano, raccontano.
Giornalisti , spesso pubblicisti coraggiosi, denunciano, rischiano, vengono minacciati e premiati, sono sotto scorta o ne avrebbero bisogno. Tranne per pochi casi, che illustrano la realtà viva, le collusioni, lo stato delle Amministrazioni comunali, gli interessati distacchi e i comandi di personale inviato in pubblici uffici e finanche in Istituzioni prestigiose da politici proponenti e potenti perché fedeli e funzionali ad interessi elettorali non sempre leciti, tale informazione raggiunge la stampa nazionale.
Credo che occorra ricominciare a produrre l’informazione dal basso in modo da anticipare e svelare la realizzazione di ragnatele costituite da interessi illeciti, da consolidate compagnie di giro, da cooperative di affari che pongono radici dovunque e che assumono nomi ispirati alla sicurezza, ai servizi, allo stato sociale e che cercano di nobilitarsi invocando la necessità dell’occupazione, dello sviluppo, dei progetti per il cittadino. In genere tali gruppi sfuggono alle regole, sfruttano la necessità del lavoro, sono rette da parassiti , che danneggiano e che accrescono il debito pubblico, perché i fondi impiegati sono a carico di ogni cittadino italiano, perché frutto di tassazione.
Ecco, penso che occorra evitare la frammentazione nell’informazione in modo che si possano evidenziare cause ed effetti, in modo che si intervenga prima che fenomeni periferici diventino patologie nazionali.
Una volta si parlava di vigilanza democratica. La buona informazione dà spessore alla democrazia. La buona informazione deve lavorare per prevenire. La buona informazione deve anche investigare e verificare con sguardo ampio i processi involutivi e quelli che vanno in direzione di sviluppo progressivo.
L’informazione è quella prodotta …in strada, da giornalisti che camminano insieme ai concittadini sulle strade, nei luoghi di lavoro e di studio, dove vivono i concittadini.
La stampa nazionale dovrebbe essere all’avanguardia in tale operazione.