Ė morto Peter de Vries, 64 anni, il giornalista olandese che dal 6 luglio era ricoverato in ospedale dopo che un uomo armato gli aveva sparato cinque colpi di pistola alla testa ad Amsterdam. Finora la polizia ha arrestato tre persone sospette, di cui due -un olandese e un polacco – ancora in custodia cautelare. Secondo le prime indiscrezioni, dietro l’agguato a De Vries ci sarebbero i narcos olandesi.
Il giornalista era molto famoso nel Paesi Bassi per le sue inchieste nel mondo criminale. Lo stesso De Vries nel 2019 aveva dichiarato via Twitter di essere, secondo quanto gli aveva rivelato la polizia, sulla lista nera di un criminale latitante.
Nei giorni scorsi, nella via di Amsterdam dove era avvenuto l’agguato, la gente ha lasciato fuori e biglietti per de Vries, al quale erano stati indirizzati anche numerosi messaggi da parte delle istituzioni europee, compresa la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen. “ I giornalisti investigativi sono vitali per le nostre democrazie- ha twittato – dobbiamo fare il possibile per proteggerli”.
Per la Federazione europea dei giornalisti (EFJ) si tratta di un altro colpo durissimo alla libertà di stampa in Europa. De Vries era un veterano del giornalismo , aveva lavorato per le più prestigiose testate del suo paese e aveva anche vinto un Emmy award nel 2008. Malgrado la sua grande esperienza, è rimasto vittima di un orribile assassinio, nel cuore dell’Europa Democratica. Un segnale che deve far riflettere le istituzioni e tutta l’opinione pubblica del Continente.