Ancora un rinvio per la sentenza di primo grado nei confronti di due persone che nel maggio 2017 aggredirono la troupe di Rainews24 e la collega Angela Caponnetto, sul posto per documentare ciò che succedeva all’interno del “Cara” di Isola Capo Rizzuto dopo l’inchiesta denominata “Jonny”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Dopo l’udienza dell’11 maggio in cui si era disposto il rinvio all’8 luglio, nel dibattimento che si è svolto questa mattina il Presidente del Tribunale ha disposto un ennesimo rinvio questa volta al prossimo 28 settembre.
Angela Caponnetto nel maggio 2017 si trovava nel comune della provincia di Crotone per un’inchiesta sul locale centro di accoglienza per migranti, gestito dalla cooperativa “Misericordia”, dopo che l’operazione Jonny della Dda di Catanzaro aveva portato alla luce infiltrazioni nella gestione della struttura della locale cosca Arena con il favoreggiamento del presidente della cooperativa e di un sacerdote. Mentre si trovava nei pressi della chiesa due persone uscite dalla canonica hanno rincorso, bloccato e minacciato la collega e la troupe che la seguiva.
Dopo il fermo dei due soggetti nel processo Fnsi ed UsigRai si sono costituiti parte civile, rappresentati dall’avvocato Giulio Vasaturo. Ora si spera che il 28 settembre presso il Tribunale di Crotone finalmente verrà emessa la sentenza di primo grado. Intanto lo scorso giugno Corte d’ Appello di Catanzaro ha confermato quasi tutte le condanne del primo grado di giudizio del processo “Jonny”. Confermato l’impianto accusatorio dell’inchiesta che ha scoperto come la locale cosca sia riuscita a mettere le mani sulla gestione e gli appalti del centro d’accoglienza.
Intanto sulle minacce ai giornalisti è intervenuta la ministra dell’interno Lamorgese durante un incontro all’Università “La Sapienza” di Roma
«Con il capo della Polizia e il prefetto Rizzi stiamo lavorando con il Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della Stampa per prevenire e contrastare un fenomeno odioso come quello degli atti intimidatori nei confronti dei rappresentanti della stampa. Facciamo per questo diversi incontri, seguendo con molta attenzione. Importante è che tutte le categorie sentano che le forze di Polizia sono con loro, che lavorano per migliorare quelle che sono le attività che quotidianamente vengono portate avanti»..