Questo nuovo lutto del mare avviene alla vigilia della votazione al Parlamento italiano del rinnovo del sostegno alla Libia per il contenimento dei flussi migratori.Il Centro Astalli condanna tali accordi di esternalizzazione delle frontiere che costringono migliaia di persone a violenze, torture e morte.
Al riguardo sono molte le evidenze raccolte e le denunce da parte di diverse agenzie delle Nazioni Unite e organizzazioni internazionali presenti in Libia.
Chiediamo al Parlamento italiano di non votare a favore del rinnovo del finanziamento alla cosiddetta Guardia Costiera libica.
Riteniamo invece urgente l’attivazione di un’operazione di ricerca e soccorso in mare con regole di ingaggio volte espressamente al salvataggio dei naufraghi e all’approdo in un porto sicuro che non può essere la Libia.
La via da seguire è l’apertura strutturale di canali umanitari per chi scappa da guerre e persecuzioni e visti legali per quote stabili e adeguate di migranti di cui si faccia carico l’UE con una distribuzione equa e razionale tra tutti gli Stati membri.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “C’è una parte significativa della società civile che non si rassegna a questa situazione e vuole essere ascoltata da chi la rappresenta. Essa chiede un cambio di visione e di politiche che rimettano al centro dignità e diritti dei migranti che cercano di giungere in Europa.
A chi si trova in questo momento a dover decidere chiediamo di ascoltare la voce dei sopravvissuti alla Libia che sono riusciti ad arrivare in Italia. Sono storie di violenze indicibili. Sono vite ferite dall’odio e segnate dalla mancanza della volontà politica di porre fine a questa pagina nera della nostra storia”.