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L’influencer rottama i partiti

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Gli attori e i ritmi della politica cambiano molto rapidamente in Italia. Ora è il turno del protagonismo dei cosiddetti influencer. Il tema infuocato sul quale Chiara Ferragni è intervenuta a gamba tesa contro Matteo Renzi è l’omotransfobia, i diritti di chi ha orientamenti differenti da quelli eterosessuali.

Non ha usato un linguaggio particolarmente elegante. Su Instagram, uno dei più importanti social network, uno dei maggiori siti Internet assieme a Facebook e a Twitter, ha pubblicato una foto del leader di Italia Viva e ha scritto: «Che schifo che fate politici». Ha preso di mira Renzi per le sue proposte di mediazione sul disegno di legge Zan sull’omotransfobia (appoggiato dal Pd e M5S e osteggiato dal centro-destra) oggetto di un incandescente scontro in Parlamento. Renzi ha replicato su Facebook: «Da lei mi aspettavo qualcosa di più di una frasina banale e qualunquista».

L’impensabile è accaduto. Una blogger ha incrociato la spada con Renzi, ex presidente del Consiglio, già segretario del Pd. Ma Chiara Ferragni, 34 anni, ha una enorme popolarità: è una delle influencer più seguite nel mondo con oltre 24 milioni di follower. Non solo: questi 24 milioni di tifosi nella Rete fanno trasbordare la sua enorme popolarità anche sui giornali e nelle televisioni. Chiara Ferragni è una potenza mediatica in grado di influenzare le scelte politiche, oltre a quelle culturali ed economiche, di decine di milioni di persone. In questo caso l’influencer può dare una mano all’approvazione del disegno di legge Zan. Può dare battaglia al centro-destra ma può anche lottare con l’”inadeguatezza” del centro-sinistra e dei cinquestelle.

Mezzo influencer è anche Fedez, nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, marito di Chiara Ferragni e molto vicino alle posizioni politiche della moglie. Anche il rapper ha detto la sua su Renzi scrivendo su Twitter: «Stai sereno Matteo…». Nel concertone del Primo Maggio a Roma fu protagonista di una durissima polemica con la Lega accompagnata ad aspre critiche alla Rai, prontamente respinte dall’azienda radio televisiva pubblica.

Influencer è un termine inglese, influenzatore in italiano. Indica un nuovo professionista dai guadagni lucrosi emerso in questi ultimi anni con il successo di Internet. Il Vocabolario Treccani ne dà questa definizione: «Personaggio popolare in Rete, che ha la capacità di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di utenti e, in particolare, di potenziali consumatori».

L’influencer in qualche modo è un nuovo e inedito caso di supplenza politica. Dopo i magistrati (caso clamoroso Di Pietro) e i comici (caso ancora più eclatante Grillo) sembra arrivato il turno degli influencer. I magistrati hanno “rottamato” la Prima Repubblica, i comici la Seconda Repubblica, ora la Terza Repubblica traballa sotto i colpi degli esperti comunicatori digitali della Rete. Quando i partiti s’indeboliscono, s’impantanano in tatticismi invece di risolvere i gravi problemi italiani, sorgono nuovi soggetti con un ruolo di supplenza politica. Finora sono emerse bellicose forze populiste con connotati di sinistra-destra, come l’Italia dei valori e il Movimento 5 stelle, che alla fine hanno quasi cancellato i partiti progressisti, socialisti e laburisti.


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