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La violenza di uno “stato” senza ritegno

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Non c’è parola per poter giustificare quello che gli occhi hanno visto nelle immagini video diffuse sul Carcere di Santa Maria Capua Vetere e non ci sono neppure parole comuni per poter spiegare quella violenza.
Un’interpretazione di quanto accaduto potrebbe far perno sulla distinzione tra principio di autorità, principio di autorevolezza e stato di eccezione.
L’autorità è un principio in base al quale persone o organi che svolgono determinate funzioni pubbliche, esercitano un potere “legittimo”.
Il quesito che ognuno dovrebbe porsi è: Il potere di agire con violenza, in quella determinata circostanza, è stato legittimo? È stato ancorché legittimato da norme dell’ordinamento penitenziario? O, invece, si è trattato di un potere avallato da un superiore comando? Se così fosse, il vulnus è insito nel concetto di obbedienza, ovvero nell’incapacità di disobbedire a un comando ingiusto, nell’assenza di un codice che consenta il richiamo alla responsabilita’ personale nell’astenersi all’uso della forza.
Il principio di autorevolezza è quello che invece potrebbe essere avvertito come un’ autorità ‘individualizzata e relativizzata, riconosciuta per i caratteri di stima e fiducia, tali da creare un c.d. prestigio alla funzione esercitata. Se ci trovassimo in quest’ambito, non sarebbe maturata la necessità di reagire violentemente per riportare ordine e disciplina all’interno del carcere.
Eppure l’autorevolezza, in alcuni frangenti, da benevola, può trasformarsi in malevola. Pertanto, spetta sempre a noi soffermarci e distinguere all’occorrenza.
Ma c’è un terzo elemento annoverato che forse, è quello più indicativo e associabile a quanto accaduto, ed è lo 《stato di eccezione》; quello che G.Agamben ha ultimamente richiamato anche in relazione alla sospensione determinata nella vita comunitaria durante l’emergenza sanitaria; uno stato ” fra l’ordine giuridico e il fatto politico e fra la legge e la sua sospensione. ( cfr. G.AGAMBEN, Quodlibet, Stato di eccezione e stato di emergenza, luglio 2020)
Ed è proprio lo stato di eccezione che si può individuare nelle azioni violente commesse nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: una sospensione del diritto, specie delle garanzie costituzionali.
E’ probabile, dunque, che anche il carcere viva il dilemma dell’autorità, quello che il sociologo, Richard Sennett ha rappresentato nel suo saggio, dal titolo: Autorità. Subordinazione e insubordinazione: l’ambiguo vincolo tra il forte e il debole. “un’autorità che nasce da una forma di scambio tra il forte e il debole. (…)Ciò che è caratteristico dei tempi nostri è che i poteri formalmente legittimati nelle istituzioni dominanti suscitano un forte senso di illegittimità in quanti sono loro sottoposti.”
Richard Sennett individua anche una soluzione: Iniziare ad usare criteri di comando “visibili” e “leggibili”; dal mio canto, basterebbe modificare la cultura della pena escludendo e sanzionando ogni espressione o forma di autoritarismo.


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