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Gli effetti del Manifesto della Destra Europea

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I tempi della storia e della politica non coincidono con i tempi dei soggetti politici. I primi sono veloci e imprevedibili, i secondi lenti e precari. A destra e a sinistra si parla di necessità di una ‘visione’ proprio perché si è consapevoli che la pratica politica quotidiana da sola non è in grado di fornire senso e durata ad un’appartenenza solida e persuasa. Fin qui possiamo annotare un problema comune…Le strade si dividono allorché si cerca di fornire una soluzione al problema. In estrema sintesi questa è la fotografia della situazione, non solo nazionale. Dopo decenni di forte egemonia culturale della destra a livello mondiale, ora si appresta a ridefinire le linee di una sua nuova ‘visione’. Non va sottovalutata la Carta dei valori per il futuro dell’Europa che ha dato vita all’Unione dei patrioti europei formata da 16 partiti dell’estrema destra tra cui la Lega e Fratelli d’Italia. Si tratta di un vero e proprio Manifesto ideologico che propone un’idea dell’Europa ridimensionata a misura di un rilancio dei nuovi nazionalismi. Non è questa la sede e l’occasione per entrare nel merito del ‘Manifesto’ della destra europea, ma è necessario farlo: guai snobbarlo o ignorarlo! Intanto, però, una domanda sorge spontanea: e la sinistra europea cosa fa? Conosco elaborazioni e documenti vari, ma nessun atto politico-culturale fondativo di una ‘visione’ della sinistra liberal-democratica e sociale che definisca la propria identità in questa Europa e in questo mondo. Torniamo all’apertura del post… I  tempi velocissimi della politica e dei cambiamenti epocali in corso non aspettano la soluzione delle beghe interne tra ‘garanti’ e leader…Nè fanno sconti a chi promette veri congressi che non si fanno da decenni. Antonio Gramsci individuava tre piani dialettici e cioè economia. società e cultura in continua interazione tra loro per fornire sangue e carne alla politica. In assenza di un legame forte tra loro, la politica si riduce a quotidiana ‘manovra’ di vertice in pericoloso e grave scollamento rispetto alla società che è il luogo dove avvengono i continui cambiamenti ‘molecolari’. Se non si ristabilisce una circolarità nel rapporto tra economia-società-cultura-politica in una dimensione europea, la sinistra deperisce nel lamento, diventa irrilevante ed esaurisce la sua funzione storico-politica adeguata ai tempi.

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