Articolo 21 si riunisce in assemblea, finalmente in presenza, il 12 luglio prossimo e sarà un appuntamento dedicato ancora ai bavagli e alle “molestie” contro il diritto di cronaca, poiché non è vero che dalla pandemia siamo usciti migliori di come ci eravamo entrati. Nemmeno l’informazione si è salvata ì, anzi la pandemia ne ha aggravato la già fragile condizione. Assemblea non simbolica dunque, ma una vera e propria manifestazione per il diritto dei cittadini ad essere informati a conoscere cosa è accaduto nelle carceri negli ultimi diciotto mesi, cosa è accaduto e cosa ancora accade, purtroppo, ogni giorno nel Mediterraneo, lungo la rotta balcanica, al limitare della Spagna che guarda all’Africa, in Turchia, in Egitto, in Libia. E in Italia, nella periferia profonda della Campania, della Calabria, a Nardò dove i braccianti lavorano senza sosta nonostante qualcuno di loro sia già morto di fatica. L’obiettivo di articolo 21 resta sempre lo stesso: illuminare le periferie geografiche e quelle sociali, accendere la luce dove gli altri vorrebbero si spegnesse, nei casi drammatici delle morti non chiarite come quelle di Mario Paciolla, Andrea Rocchelli, Giulio Regeni, solo, purtroppo, per fare qualche esempio. A questa assemblea arriviamo delusi, poiché non c’è ancora una legge contro le querele bavaglio, né si è inserito nell’ordinamento il divieto di carcere per i giornalisti pur essendo stato riconosciuto un preciso obbligo derivante dalla sentenza della corte Costituzionale, e al contempo si cerca di sopprimere gli spazi di libertà esistenti, vedi alla voce “caccia alle fonti giornalistiche, come insegna il caso Report, ma non solo quello. Il 12 luglio sarà un racconto corale del “buio” e e della “luce” che lottano su grandi casi di cronaca, l’uno contro l’altro. Noi facciamo tifo per la luce e con noi ci saranno i giornalisti che portano avanti il concetto semplice di inchiesta nonostante tutti gli ostacoli, da Sigfrido Ranucci e la redazione di Report, accompagnati da Vittorio Di Trapani, che hanno chiarito cosa si intende per tutela delle fonti, ad Andrea Pallladino e Valerio Cataldi che hanno ricostruito le trame nere del neofascismo e chi le porta avanti subendo attacchi e minacce, alla famiglia di Andrea Rocchelli che non si stanca di chiedere verità dal Governo ucraino e giustizia da quello italiano, ai genitori di Mario Paciolla che stanno smontando pezzo dopo pezzo la frettolosa narrazione dell’omicidio del loro figlio avvenuto esattamente un anno fa; saranno presenti inoltre i cronisti della Campania, i quali raccontano ogni giorno uno dei territori più difficili, martoriati, e pericolosi d’Europa. Il cammino di Articolo 21 ricomincia dunque in presenza tra pochi giorni sugli stessi temi, dalla stessa parte con un gruppo sempre più ampio di associati, non solo giornalisti, che non gettano la spugna davanti ai tentativi di bavaglio dell’informazione e, anzi, rilanciano sui temi della libertà e dei diritti civili.