È uscito “Non c’è il mare ad Aleppo” – L’Erudita editore, il terzo libro di poesie della giornalista e scrittrice italo-siriana Asmae Dachan. Con versi impregnati di delicatezza, Asmae Dachan riesce a tratteggiare i sentimenti e le esperienze più tragiche, insegnando a chi legge che soltanto attraverso la memoria si può andare verso il futuro. Già presentata a Rosora (AN) e Perugia, l’opera sarà presentata nelle prossime settimane in diverse città d’Italia, tra cui Roma, Fabriano, Alghero, Fabriano, Moie e Ancona con il coinvolgimento di giornalisti, attori e musicisti che affiancheranno l’autrice.
Due le date romane: l’8 luglio alle 17:,00 al Parco di Villa Mercede. Biblioteca Tullio De Mauro in via Tiburtina 113 con la partecipazione dell’attrice Marianna Capasso e del calligrafo Amjed Rifaie e il 9 luglio alle 18:30 alla Libreria Griot in via di S. Cecilia 1/A, con il giornalista Riccardo Cristiano, presidente dell’Associazione Giornalisti amici di Padre Paolo Dall’Oglio. Al gesuita romano, scomparso in Siria ormai sette anni fa, l’autrice dedica un ringraziamento speciale nel suo libro.
Come scrive la professoressa Silvia Moresi che ha scritto l’introduzione, “In questa silloge poetica i panorami di due città distantissime tra loro, Aleppo e Ancona, si sovrappongono nelle descrizioni dell’autrice. Il gelsomino e i colombi, due elementi simbolo della poesia araba moderna e contemporanea, si alternano alla ginestra cara a Leopardi, e al mare del Conero”.
Sullo sfondo la guerra in Siria, la malinconia di chi assiste a ingiustizie e violenze, ma anche l’amore per l’Italia, terra d’accoglienza e bellezza dove nasce l’amore per la scrittura e la parola. “Le poesie hanno un filo conduttore, la dualità con cui le parole dell’autrice sembrano oscillare tra il bianco e il nero, tra la sofferenza e la speranza”, ha affermato in occasione dell’anteprima nazionale che si è svolta a Rosora il 16 giugno la scrittrice Maria Lampa. “Leggendo le parole dell’autrice si è come esortati a ragionare sul senso e sulla missione della vita. Non c’è disperazione, ma come un senso di rassegnazione”, ha commentato il giornalista Vincenzo Varagona, Vicecaporedattore Tgr Rai Marche in occasione del medesimo incontro.
“Certi verbi come piovere, nevicare, usati in modo assolutamente originale, danno il senso di un nuovo palpito, di una scrittura che, pur nata inizialmente da spine, riesce a farsi coscienza, a far emergere la speranza di un Paese nuovo, di un cuore meno dolente”, ha scritto la professoressa Antonella Ciaroni, che ha letto i versi di Asmae Dachan quando erano ancora in bozza.