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Traffico bloccato ad Arzano per far passare il boss in Ferrari alla comunione del figlio. Il Sugc: rappresentazione dello strapotere della camorra

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Ancora una prova muscolare del potere della camorra. Questa volta è accaduto ad Arzano dove per la festa di comunione del figlio del boss domenica scorsa. A denunciarlo per primi sono stati il senatore Sandro Ruotolo e il presidente del Pd metropolitano di Napoli Paolo Mancuso.  “Indagato dalla magistratura come boss del clan degli Amato-Pagano ad Arzano – spiegano Ruotolo e Mancuso – Pasquale Cristiano, citato tra l’altro nell’ultima ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 31 persone a Melito, da un anno agli arresti domiciliari, in occasione della comunione del figlio avrebbe usufruito di un permesso per partecipare alla celebrazione in chiesa. L’uomo, alla guida di una Ferrari in corteo con una Lamborghini guidata dal presunto capo zona di Frattamaggiore e accompagnato da altre auto di grossa cilindrata, avrebbe scorrazzato rumorosamente per oltre mezz’ora per le strade della cittadina. Per agevolare il passaggio del corteo, i guardaspalle avrebbero bloccato gli incroci e fermato il normale traffico veicolare”.

Dura presa di posizione anche da parte del Sugc, il sindacato dei giornalisti della Campania che ogni giorno si batte per tutelare il diritto di cronaca in luoghi così difficili com’è appunto, Arzano. “La sfilata in Ferrari e Lamborghini per la comunione del figlio del boss nel centro di Arzano – si legge nella nota del Sugc –  è la rappresentazione plastica dello strapotere della camorra sul territorio. È ora che a sfilare per le strade del Comune a nord di Napoli sia lo Stato. Dopo un incontro con la commissione prefettizia ottenemmo la disponibilità della commissione Antimafia a riunirsi sul territorio. Ora è il momento di intervenire. Il grande lavoro della Prefettura e delle forze dell’ordine sul non basta, la politica e la società civile devono scendere in campo per dimostrare che ci sono alternative e per dare ai cittadini il coraggio di reagire”.


(Nella foto un’immagine della “sfilata” postata dagli stessi partecipanti)


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