Le morti abnormi per cancro di Taranto non bastano al Consiglio di Stato per bloccare l’area “a caldo”. Lo stabilimento può e deve continuare a produrre acciaio, al prezzo di morte, malformazioni e danni all’ambiente. Per i giudici di Palazzo Spada non c’è un pericolo aggiuntivo rispetto a quello ordinario. Come se questo fosse tollerabile e solo un aggravamento delle condizioni potesse imporre la chiusura. In realtà anche la normale gestione dell’impianto produce morte e inquinamento, come certificato da tutti gli analisti coinvolti.