Siamo sicuri che Brusca abbia raccontato proprio tutto ?

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Cari amici di Articolo 21,

Non possiamo non far sentire la nostra voce di sofferenza e di sdegno, a proposito della scarcerazione di Giovanni Brusca, figlio di Bernardo, tra i più efferati assassini di Cosa nostra per “fine pena”. Ma non era “mai” ? , o l’avverbio vale solo per i familiari delle vittime ?
Non possiamo dimenticare le centinaia di delitti eseguiti oppure ordinati; abbiamo davanti agli occhi quella casupola sulla strada per Capaci, dove fu schiacciato il pulsante per innescare la tremenda bomba di cui furono vittime Giovanni, Francesca, Rocco, Antonio, Vito. Ma neanche l’incredibile esecuzione di quel bellissimo bimbo, Giuseppe, “immortalato” felice sul suo cavallo, che fu sciolto nell’acido, per punire il padre pentito, da quello che lui chiamava “zio”, dopo 779 giorni di prigionia, due anni e 49 giorni.
Certo noi non dimenticheremo mai ! E continueremo a celebrare il ricordo di tutte le nostre vittime, senza far venire meno l’impegno a fare in modo che verità e giustizia proseguano, senza sconti.
Avrà pure ragione la cara Maria Falcone, nel ricordare che, nonostante il dolore, vanno rispettate la legge e le norme volute proprio dallo stesso fratello magistrato ed io ovviamente mi attengo alle sue parole.
Sarebbe bello poter sperare davvero in un cambiamento reale, profondo, intimo, non fittizio di un criminale della tal fatta. Ma questo non cambia le cose. Siamo sicuri che abbia raccontato proprio tutto ? Che abbia permesso di recuperare i beni acquistati con la ferocia ed il sangue ?
Mai abbiamo pensato alla “vendetta”, mutuando i loro sistemi e la loro mentalità. Ma c’è qualcosa che non torna, in questa vicenda. Proprio ora che si discute dell’ergastolo ostativo o del 41 bis, anche da parte di istituzioni sovranazionali che, per dirla con Annamaria Torre, forse “non sanno bene” cos’è la mafia, come coloro che scoprirono candidamente le infiltrazioni della ‘Ndrangheta in Germania solo dopo Duisburg…
E francamente, più in generale, non vorremmo che stessero vincendo loro. Nino Di Matteo ha ricordato di recente che tante questioni, oggi sul tappeto, sono proprio quelle contenute nel famoso Papello e nella trattativa Stato-mafia. Fossimo arrivati al dunque ?
Perciò oltre al dolore, alla costernazione, all’esercizio non rituale, ma “combattivo” della memoria, è necessaria la massima vigilanza possibile in ogni forma.
E questo “maggio” che simbolicamente ritorna. La strage, l’arresto, la scarcerazione…ci mancava che fosse avvenuta il giorno 23 !


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