Stamani un autotrasportatore di 59 anni e’ morto sul lavoro, travolto da un imballo di plastica di 5 quintali durante le operazioni di scarico della merce.
Ieri sono morti in un incidente stradale 5 operai.Stavano tornando a casa da lavoro (infortunio mortale in itinere)
Un altro operaio, addetto alla manutenzione in una cantiere sulla Salerno Reggio Calabria, e’ morto ieri per essere stato investito da un auto.
Si chiamava Domenico Careri, aveva 59 anni.
Oramai e’ una mattanza quotidiana che non conosce sosta, un bollettino di guerra sul lavoro.
E c’e’ pure chi, nonostante tutto, le chiama ANCORA “morti bianche”.
Un termine che cerco di far abolire da anni, perche’ sminuisce queste tragedie.
Tanto da aver lanciato negli anni, appelli su appelli, per far abolire questo termine assurdo ed ipocrita, che non restituisce dignita’ a questi lavoratori che non ci sono piu’
Non c’e’ nulla di bianco in una morte sul lavoro.
Sono tragedie inaccettabili per un Paese che si definisce civile!!!
Un altro termine che e’ per me e’ insopportabile, e’ “tragica fatalita”.
Non sono mai “morti bianche” o “tragiche fatalita'”, ma dipendono dal fatto che in tante aziende non si rispettano neanche le minime norme per la sicurezza sul lavoro.
Ieri e’ passato un mese dalla morte sul lavoro di Luana D’orazio, mamma e operaia di 22 anni, la cui morte aveva riacceso i riflettori sulle tante, troppe morti sul lavoro.
Ma in questo mese e’ cambiato qualcosa?Non mi pare, si continua a morire sul lavoro come prima.
Ci sono stati interventi del governo Draghi per porre un freno a queste tragedie?Non mi risulta.
Io vorrei far capire al governo Draghi, che non e’ piu’ il tempo delle parole, ma dei fatti, ma fatti concreti.Tenere alta l’attenzione sulle tante troppe morti sul lavoro e’ importante per sensibilizzare.Ma non basta.Ci vogliono piu’ controlli, la mia non e’ una frase fatta, ma e’ la realta’.Ma piu’ controlli dei tecnici della prevenzione delle Asl, che sono quelli deputati a controllare la sicurezza sul lavoro nella stragrande maggioranza dei luoghi di lavoro e che dipendono dalle regioni.Ma quando il personale ispettivo delle Asl e’ ridotto all’osso, da ANNI, quando le aziende da controllare sono oltre 4 milioni, quando se le dovessero controllare tutte, ogni azienda riceverebbe un controllo ogni 15/20 anni, mi domando, ma di cosa stiamo parlando?
La sicurezza sul lavoro non puo’ riguardare solo gli addetti ai lavori, ci vuole l’impegno di tutti, altrimenti qua non ne usciamo, e continueremo a piangere e ad indignarci per le troppe morti sul lavoro.
Perche siamo a Giugno 2021, e nonostante la tecnologia, nonostante il progresso, si continua a morire, come si moriva 50 anni fa.
E’ assurdo, e’ una vergogna, bisogna fare qualcosa per fermare queste stragi sul lavoro.
Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Firenze
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