Poteva essere l’occasione per un atto di umanità, quello di far trascorrere a Patrick Zaki il suo trentesimo compleanno finalmente libero. Invece, il 16 giugno lo studente dell’università di Bologna lo trascorrerà in carcere, come almeno i successivi trenta giorni.
Questo è l’effetto della decisione dei giudici egiziani che, il 2 giugno, hanno prorogato di altri 45 giorni la detenzione senza processo e senza possibilità di difendersi di Patrick Zaki: una decisione crudele che mostra ancora una volta l’intenzione delle autorità del Cairo di tenere in attesa di giudizio per il massimo consentito (in teoria fino al 7 febbraio 2022) uno dei tantissimi prigionieri di coscienza che languono nelle carceri egiziane.
Che impatto avrà questa decisione sulla salute psicofisica di Patrick, che peraltro non è stato neanche vaccinato contro il Covid-19 ed è soggetto a rischio, non possiamo immaginarlo. Io spero che tenga sempre in mente il proposito espresso giorni fa alla sua fidanzata: di incontrare personalmente Liliana Segre per consegnare alla senatrice a vita una lettera che le ha scritto per ringraziarla per tutto ciò che ha fatto e sta facendo.
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