Si svolgerà in Piazza San Giovanni a Roma domani (5 giugno dalle 15 alle 20) la manifestazione nazionale in supporto della Palestina. Con lo slogan ‘No all’occupazione, Palestina libera e Gerusalemme capitale’ si prevedono migliaia di partecipanti seppur le tensioni tra Israele e Palestina abbiano rallentato le azioni violente delle scorse settimane.
Riportiamo di seguito il comunicato stampa scritto dalla comunità e dalle associazioni palestinesi in Italia.
‘I bombardamenti sulla striscia di Gaza sono cessati ma l’aggressione e la pulizia etnica nei confronti del popolo palestinese continuano.
Nell’ennesimo massacro contro Gaza, durato 11 giorni, sono stati uccisi 256 palestinesi, fra cui 66 bambini e 42 donne, mentre i feriti sono 6 mila, tra cui 170 giornalisti.
Gli sfollati sono più di 110 mila, 1.500 gli edifici abitativi e pubblici distrutti o gravemente lesionati, tra cui 66 scuole, moschee e presidi sanitari.
Sono state inoltre sventrate strade, comprese quelle di accesso agli ospedali, distrutte o gravemente danneggiate infrastrutture, acquedotti e linee elettriche, la sede dei media, e centinaia di stabilimenti industriali e commerciali.
A Gerusalemme non si fermano le aggressioni dei coloni, protetti e appoggiati dai soldati israeliani, contro la moschea di Al-Aqsa e la popolazione palestinese con il chiaro obiettivo di liberare la città dalla loro presenza. In tutto Israele sono in corso azioni punitive con massicci arresti di palestinesi del 48 (ufficialmente cittadini israeliani). La loro colpa, aver solidarizzato con i loro fratelli di Gerusalemme, della Cisgiordania e di Gaza; mentre su coloro che hanno partecipato allo sciopero generale di protesta contro i bombardamenti piovono i licenziamenti.
Netanyahu continua il suo gioco al massacro, per non finire in carcere con l’accusa di corruzione, e minaccia, insieme ai suoi complici, la pace e la sicurezza in Medioriente e nel mondo: obiettivo, liquidare la questione palestinese e realizzare il folle piano sionista del “grande Israele”, dal Nilo (Egitto) fino all’Eufrate (Iraq).
Ma qualcosa sta cambiando. Per la prima volta i palestinesi di Israele e dei Territori palestinesi occupati si sono sollevati insieme, mentre le strade e le piazze di tutto il mondo si sono riempite di giovani manifestanti.
Il consiglio per i diritti umani dell’ONU ha annunciato l’apertura di una inchiesta su possibili crimini di guerra e lo stesso ha fatto la procuratrice della Corte Penale Internazionale. Amnesty International, e le ONG B’Tselem (Israele) e Human Rights Watch (Stati Uniti) hanno scritto nei loro rapporti che in Israele vige un sistema di Apartheid.
Le Nazioni Unite, l’Unione Europea e la comunità internazionale non possono più continuare nella loro politica complice che permette ad Israele di violare impunemente le risoluzioni ONU, i diritti umani e il diritto internazionale. È tempo che Italia, Unione Europea e gli altri Stati avviino il boicottaggio dell’economia di guerra israeliana e delle imprese e istituzioni che ne sono complici, come avvenne contro il regime di Apartheid in Sudafrica, oltre a rompere ogni trattato di associazione commerciale e militare con Israele.
La pressione internazionale dovrà mantenersi fintantoché Israele non avrà posto fine all’occupazione e colonizzazione della Palestina, smantellato le colonie e il Muro, riconosciuto a tutti gli abitanti della Palestina storica la piena uguaglianza dei diritti fondamentali, riconosciuto il diritto al ritorno dei profughi palestinesi (risoluzione ONU 194), tolto l’assedio alla Striscia di Gaza e garantita l’autodeterminazione del popolo palestinese’.