In un memorandum pubblicato oggi, la Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, si rivolge alle autorità slovene perché frenino il lampante deterioramento della libertà di espressione e di stampa nel paese
Troppi i tentativi da parte del governo di minare la libertà di parola delle voci indipendenti: questa secondo il memorandum la situazione in Slovenia , dove un clima ostile nel dibattito pubblico, nonché campagne di denigrazione e di intimidazione ai danni di attivisti e delle voci critiche, non hanno fatto che deteriorare la libertà di espressione e rischiano di avere un effetto intimidatorio sulla libertà di stampa.
Per questo le autorità slovene sono invitate a non acuire le tensioni, ma invece a incoraggiare il rispetto reciproco negli scambi di opinioni, scambi che spesso anche sui social media hanno per protagonisti rappresentanti politici di maggioranza. “I membri del governo devono astenersi dal commentare l’azione della società civile in modo censorio e ingannevole, e dovrebbero anzi condannare l’utilizzo di un linguaggio del genere da parte di altri”, afferma oggi la Commissaria Mijatović.
Secondo il memorandum, il governo sloveno avrebbe sfruttato la pandemia per scoraggiare la libera manifestazione di critiche e dissenso politico: le numerose misure per limitare il diritto di protesta, tra cui lunghi periodi di divieto totale di riunirsi in pubblico, con pesanti sanzioni per i manifestanti, sono considerate sproporzionate e rischiano di minare la libertà di espressione. Pur concordando sulla necessità di tutelare la salute pubblica, Dunja Mijatović chiede alle autorità slovene di trovare un equilibrio in modo da rispettare il diritto dei cittadini di riunirsi pacificamente.
La situazione in Slovenia presenta altri problemi sotto il profilo della libertà di stampa, quali molestie ai giornalisti, intimidazione e querele, restrizione all’accesso alle informazioni, nonché azioni governative ai danni del servizio pubblico. In particolare, la Commissaria sottolinea il proliferare del linguaggio misogino e di molestie a sfondo sessuale ai danni delle giornaliste.
Tra le raccomandazioni fornite da Dunja Mijatović, l’invito a stimolare un dibattito pubblico su come combattere questi attacchi contro le donne, e a trovare soluzioni legislative contro le querele bavaglio e per depenalizzare la diffamazione. A proposito del servizio pubblico, si sottolinea come abbia un ruolo specifico nel tutelare la democrazia, mentre alcune iniziative del governo ne hanno minato indipendenza, credibilità e stabilità finanziaria. “Per la libertà dei media in Slovenia – dichiara Dunja Mijatović – è di fondamentale importanza che si tuteli l’agenzia nazionale di stampa. Per questo rinnovo il mio appello a ripristinare adeguati finanziamenti pubblici per la STA”.
Altri aspetti sottolineati dalla Commissaria per i Diritti Umani riguardano la trasparenza della proprietà dei mezzi di comunicazione, il conflitto di interessi tra partiti politici e testate, e una regolamentazione del mercato dei media: è necessaria una riforma legislativa che tenga conto dell’apporto di esperti esterni e che non indebolisca il servizio pubblico.