“Ci occupiamo di Slapp in Europa nell’ambito di una coalizione che intende scandagliare gli ostacoli alla libertà di espressione e di informazione e alle voci critiche”. Con queste parole Chiara Seghele, direttrice generale del Cci ha aperto i lavori del seminario sulle “Slapp, l’abuso del diritto per zittire le voci critiche” che si è tenuto ieri pomeriggio su piattaforma, organizzato dall’Osservatorio Balcani Caucaso. Nei diversi interventi si è riportato al centro dell’attenzione il nodo Slapp unitamente a dati, suggerimenti, analisi del fenomeno che sempre si accompagna ad un abuso del diritto, ossia alle possibilità di agire che esistono nei vari ordinamenti nazionali. “Quello che colpisce – ha detto Paola Rosà, coordinatrice del Media Freedom Resource Centre di Obct/Cci – è l’elemento della scorrettezza e della sproporzione che esiste quando si parla di azioni temerarie. D’altro canto in tutti i documenti dei vari organismi europei le slapp sono sempre connesse con lo stato di diritto che le favorisce, la lentezza della giustizia per esempio è uno di questi elementi”. Secondo Francesco Martone della Rete “In difesa di” se si guarda all’Italia “si nota subito quanto pesi l’assenza di un’autorità indipendente sui diritti umani, che potrebbe analizzare il fenomeno e intervenire in modo autorevole”. Per l’avvocato della Fnsi, Giulio Vasaturo, che segue da anni in aula i casi di azioni legali infondate contro i giornalisti, “sarebbe interessante un profiling degli autori delle slapp. Direi che abbiamo almeno due tipologie: nel penale ci troviamo di fronte il soggetto ‘piccato’ che vuole denigrare il giornalista e il giornale e annuncia in modo plateale che presenterà querela contro l’autore dell’articolo, è un modo per delegittimare le inchieste giornalistiche, cercando di togliere ad esse credibilità. Invece gli autori delle azioni civili sono in genere soggetti con grande capacità economica, quindi gruppi industriali, società o persone fisiche che hanno disponibilità finanziaria, poiché nel civile bisogna anticipare delle spese mentre l’azione penale sostanzialmente è gratuita”. Il seminario di Obct si è avvalso del contributo di soggetti che operano direttamente sul campo e quindi toccano con mano ciò che accade durante le difese contro le slapp, un lavoro che andrà a corroborare la raccolta dati sul reale livello della libertà di espressione in Europa. Negli interventi dell’avvocato Elena Biaggioni della rete Antiviolenza, dell’avvocato Nicola Canestrini che si occupa delle azioni-ostacolo alla libertà di espressione, di Linda Ravo di Liberties , è stato tratteggiato un quadro allarmante fatto di molte ombre in diversi Paesi, tra cui l’Italia.