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Informazione strategica per la ricostruzione. giornalisti in piazza per la libertà d’informazione, contro il precariato ed i problemi della previdenza

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Striscioni, flash-mob e dirette facebook. I giornalisti dieci giorni dopo la manifestazione davanti al Parlamento, sono tornati in strada. E questa volta le piazze sono state quelle delle principali città italiane, da Trento a Palermo. Federazione della stampa con le associazioni regionali, Ordine dei giornalisti ed i rappresentanti degli istituti di categoria si sono ritrovati per chiedere dignità del lavoro, contro il precariato, per la libertà d’informazione e per il diritto dei cittadini a ricevere un’informazione completa. La Federazione della Stampa chiede di mettere l’informazione tra i settori strategici previsti dal piano nazionale di rinascita e resilienza la richiesta rilanciata durante la dimostrazione pubblica ed un confronto diretto e continuo con il Governo per la difficile situazione dell’istituto di previdenza dei giornalisti. “Noi stiamo chiedendo, ormai da diverso tempo, un tavolo di confronto ampio con il governo che affronti finalmente tutti i problemi dell’informazione, che sono tanti, in una chiave non solo di tagli e di sacrifici ma di sviluppo, di crescita e di creazione di nuovi posti lavoro – ha detto Marina Macelloni, presidente dell’Istituto di previdenza dei giornalisti, parlando alla manifestazione che si è svolta a Milano. L’obiettivo è riportare al centro del dibattito pubblico i temi che riguardano l’informazione nel nostro Paese.

“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha ribadito  il segretario Fnsi Raffaele Lorusso che ha parlato in Piazza Santi Apostoli a Roma – non assegna la giusta attenzione a chi fa informazione, attività essenziale e fondamentale per la tenuta delle istituzioni democratiche e per far crescere un’opinione pubblica matura. Nessun segnale concreto dal governo e dal parlamento giunge su questioni fondamentali che riguardano la libertà, i diritti, la dignità del lavoro di chi ogni giorno si sforza di aiutare i cittadini a conoscere e a comprendere. Nel frattempo -prosegue Lorusso – il governo si prepara a destinare altre risorse pubbliche al sostegno del pensionamento anticipato dei giornalisti, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria dell’Inpgi, senza adottare interventi misure strutturali necessarie per la messa in sicurezza dell’Istituto”.

“Siamo stati considerati un bene essenziale – ha detto Monica Andolfatto, segretario regionale Fnsi del Veneto -, dato che abbiamo sempre garantito l’informazione quotidiana con colleghi che si sono anche ammalati, a rischio della loro salute, per poter assicurare un’informazione corretta e capillare. “Tuttavia – ha aggiunto – siamo un settore che sconta un precariato selvaggio e in cui gli editori non investono. Per questo chiediamo al Governo e alle istituzioni di credere all’informazione come reale presidio di democrazia, di rilanciarlo con atti concreti, soprattutto con occupazione buona, stabile”. “Negli ultimi anni abbiamo perso il 20%dell’occupazione regolare, un’emorragia che come percentuale non ha altri esempi in Italia”. I giornalisti veneti hanno chiesto inoltre attenzione per il rinnovo del contratto, e ai temi dell’equo compenso, lo stop alle ‘querele bavaglio’ e al carcere per i giornalisti. A Verona era presente anche il presidente Fnsi, Beppe Giulietti.

A Napoli il Sindacato unitario giornalisti della Campania ha organizzato un flash mob, con il consiglio direttivo che è stato convocato in Piazza del Plebiscito, e ha consegnato al prefetto Marco Valentini.  “Vogliamo che il Governo si occupi della vertenza informazione. In Italia se ne parla solo quando si tratta di tagliare i fondi per il pluralismo. Per affrontare il tema del carcere per i giornalisti, proprio dalla Campania, abbiamo dovuto rivolgerci alla Corte Costituzionale” – afferma il segretario del SUGC, Claudio Silvestri. E’ evidente che in questo Paese ha continuato – la libertà di stampa non sia un tema all’ordine del giorno,  chi decide di fare questo mestiere oggi in Italia rischia troppo: un lavoro precario, risarcimenti giudiziari, sicurezza personale. Per la politica i giornali vanno bene quando fanno inchieste sugli avversari e vanno malissimo quando si occupano degli amici e per questo restano sempre e comunque un bersaglio. Lavoriamo senza paracadute – ha detto il consigliere nazionale della FNSI Gerardo Ausiello – una stampa libera è una garanzia per la democrazia e la libertà di tutti. Questa non è una battaglia corporativa”.

“Difendere la libertà di informazione, il lavoro e la dignità dei giornalisti significa difendere la libertà di tutti – ha detto Walter Verini del Partito Democratico, coordinatore del comitato contro le intimidazioni ai giornalisti della commissione parlamentare antimafia, presente in piazza a Perugia. “Come Pd in Parlamento siamo impegnati per cancellare la pena del carcere ai giornalisti per i reati di diffamazione – ha scritto – contro le querele-bavaglio, fatte per intimidire il giornalismo d’inchiesta. In un momento di drammatica crisi ci battiamo per sostegni veri all’Editoria, anche a quella locale che svolge un ruolo fondamentale. E contro il precariato, il lavoro nero e per rapporti di lavoro trasparenti ed equi. Ed è necessario intervenire per risolvere la crisi INPGI, lo squilibrio insopportabile tra uscite ed entrate contributive. Per questo come PD abbiamo presentato una risoluzione in Commissione Cultura della Camera, sulla quale auspichiamo la convergenza di tutte le forze parlamentari e una forte attenzione da parte del Governo”.  


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