I fiumi sono in movimento continuo. Partono dalle montagne per raggiungere i posti più lontani della pianura. Gli autori ci ricordano che, man mano che viaggiano, i fiumi si caricano di storie, di vicende sempre diverse, si imbattono in presenze in grado di affidare all’acqua il riassunto della quotidianità e del passato, nonché le speranze del futuro.
Il fiume diventa così una metafora della storia. E, partendo dai fiumi, anche la letteratura tende ad affidarsi alla storia, a raccogliere le vicende degli uomini, il loro cammino.
Ed è proprio contro un’idea asfittica e minimalista di letteratura che gli autori propongono invece un ritorno al racconto epico, un’epica che ponga nuovamente il flusso narrativo tra le sponde di un fiume, con un inizio, un percorso e una fine.
L’acqua è vita ma anche civiltà. Ovunque si è scoperto un rivolo naturale che sgorgasse da una sorgente, la vita sociale delle comunità si è sviluppata ed è progredita. Ecco allora che, nella presentazione di Piero e Gianni Lacorazza, si intravede il parallelismo tra il destino dei fiumi e quelli degli uomini. Anche la civiltà, come il fiume, nasce sulla montagna, dove nasce l’acqua, e si sviluppa accompagnata per le valli fino al mare. I fiumi non solo hanno i ponti, si legge ancora nella presentazione, ma sono essi stessi ponti. Ponti tra epoche e ponti tra territori.
Il testo Le vie dell’acqua si sviluppa seguendo il diverso ritmo narrativo dei sette contributi a firma di altrettanti scrittori, i quali raccontano sette fiumi che in comune hanno l’acqua, storie da raccontare e l’Appennino, la lunga dorsale che si snoda anch’essa come un fiume lungo tutta l’Italia, dalle alte montagne fino al profondo mare.
Ognuno degli autori racconta della propria terra, della parte di Appennino che lo ha visto bambino oppure adulto. Raccontano i luoghi, le tradizioni, gli odori, i sapori, i suoni… ma descrivono, commentano e interpretano anche il modo in cui altri lo hanno fatto, nel bene e nel male.
Leggendo i contributi che vanno a comporre il testo, il lettore percepisce la vastità del mondo che ruota e ha ruotato intorno ai fiumi, ai ruscelli, ai rivoli sorgivi intorno ai quali ogni comunità, grande o piccola che sia, si è riunita.
Si passa dai gesti semplici e anche umili del fare il bucato o lavare il bestiame alla ricerca della propria identità, individuale e di gruppo, fino alla rievocazione storica e letteraria. In tutti i casi, comunque, emerge la ricchezza culturale, oltre che ambientale, dell’acqua di un fiume con tutto il suo carico, a volte ingombrante, di sapere e tradizione.
L’acqua è anche movimento. Un movimento che non conosce i confini geografici e politici, che valica anche quelli naturali. Un movimento che ricorda quello degli uomini, da sempre in cammino verso nuove mete, nuovi orizzonti, anch’essi portandosi dietro un carico di storia, di conoscenza, di cultura, di speranza. Forme di vita e di natura in continuo cambiamento, evoluzione.
Bibliografia di riferimento
Laura Bosio, Guido Conti, Donatella di Pietrantonio, Carlo Grande, Giuseppe Lupo, Raffaele Nigro, Laura Pariani, Le vie dell’acqua. L’Appennino raccontato attraverso i fiumi, Donzelli Editore, Roma, 2020
Volume della Serie Civiltà Appennino a cura della Fondazione Appennino.