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Compleanno amaro in carcere per Patrick Zaki, ma non lo dimentichiamo

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Il 16 giugno Patrick Zaki trascorre il suo secondo compleanno in una fetida cella della prigione egiziana di Tora, dove ha trascorso quasi tutti gli oltre 16 mesi passati dalla formalizzazione del suo arresto, l’8 febbraio 2020, dopo ore di sparizione seguite al suo atterraggio all’aeroporto del Cairo.
Un compleanno ancora più importante e amaro del precedente, data la cifra tonda dei 30 anni. Un giorno che Patrick, arrivato a Bologna nella seconda metà del 2019 dopo aver superato una rigorosissima selezione per entrare nel Master in Studi di genere dell’Università Alma Mater Studiorum, mai avrebbe immaginato di trascorrere lontano dai suoi familiari, dai suoi amici e dai suoi colleghi, detenuto senza processo e senza potersi difendere da accuse fabbricate dalla magistratura egiziana per punire i dissidenti come lui.
La campagna nata in Italia il giorno stesso dell’arresto si ritrova, nel giorno del compleanno, a Bologna, sotto i portici di via Saragozza che per due settimane saranno resi ancora più belli dai 50 disegni realizzati da Gianluca Costantini per l’iniziativa “Patrick patrimonio dell’umanità”: i disegni di Patrick e altri 49 prigionieri di coscienza di 13 paesi, a ricordare quanto sia ancora violata la libertà d’espressione nel mondo.
* Illustrazione dedicata a Patrick Zaki e ispirata alle parole che Carlo Verdelli ha ffidato ad un tweet “#zaki compie 30 anni e sta peggio. Dolori bestiali alla schiena. Asma aggravata dal Covid, che pare abbia avuto. Spezzato da 494 giorni di carcere lager. È aggrappato con un dito a un sogno: tornare a studiare nella sua Bologna. Unico regalo: farlo cittadino italiano. Quando?”

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