Non solo querele, non solo giornalisti: dal lavoro degli europarlamentari che presenteranno una bozza di relazione di iniziativa (INI) in plenaria lunedì prossimo, sta emergendo un’idea più ampia e inclusiva delle SLAPP, alias querele bavaglio.
Nella prima stesura della mozione che intende promuovere una risoluzione dell’Europarlamento, una bozza che insieme alla coalizione CASE abbiamo ricevuto in anteprima, si parla infatti a più riprese di stato di diritto e democrazia, di partecipazione e pluralismo, e le SLAPP (strategic lawsuit against public participation, querele strategiche contro la partecipazione democratica), intese come azioni legali volte a ostacolare e inquinare la democrazia, sono viste come uno dei tanti abusi, come una delle tante forzature dello stato di diritto.
L’approccio della Commissione giuridica (JURI) e della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo, che congiuntamente hanno fatto partire questa iniziativa per rimarcare l’invito alla Commissione a legiferare in materia, muove da una visione complessiva dei meccanismi che regolano la democrazia e lo stato di diritto, inquadrando la libertà di stampa in relazione diretta alla partecipazione democratica dei cittadini: “Il giornalismo indipendente e l’accesso a una informazione plurale sono colonne portanti della democrazia, e la società civile è essenziale ad ogni democrazia”, recita la bozza di risoluzione.
La bozza raccoglie e sintetizza i risultati di settimane di incontri e consultazioni dei due rapporteur con diversi soggetti della società civile in molti paesi dell’Unione, inclusa la rete CASE (coalizione contro le SLAPP in Europa) di cui anche OBCT fa parte. L’incontro online di inizio giugno, durante il quale OBCT ha presentato una sintetica panoramica del caso italiano, è stato ad esempio un confronto diretto e molto produttivo: entrambi i rapporteur, il tedesco Tiemo Wőlken e la maltese Roberta Metsola, hanno dimostrato un interesse puntuale e una volontà di approfondire anche gli aspetti umani legali all’abuso degli strumenti giuridici. “Io stesso sono avvocato – ha detto Tiemo Wőlken – e mai mi ero accorto nella mia professione di quanto possiamo diventare strumento di intimidazione e di violazione dei diritti fondamentali”. La collega maltese ha ricordato di essere rimasta molto impressionata dall’incontro avuto qualche giorno prima con i vertici della FNSI e di Articolo 21: “Le dimensioni del problema in alcuni paesi dell’Unione sono davvero allarmanti”.
Di qui probabilmente l’accento sui valori fondamentali dell’Unione e sulla necessità di integrare ogni eventuale misura con altri strumenti già attivi; si legge nella bozza: “I provvedimenti dell’Unione per combattere le querele temerarie dovranno essere complementari e coerenti con altri strumenti già disponibili, ad esempio con il meccanismo per la protezione di democrazia, stato di diritto e diritti fondamentali, con le iniziative per combattere la corruzione, e con i progetti di sostegno economico a favore della società civile e dei sistemi giudiziari”.
Le SLAPP, che questa iniziativa dell’Europarlamento vuole contrastare, sono infatti tutte le azioni legali, non solo querele, non solo per diffamazione, che abbiano lo scopo di “bloccare la partecipazione pubblica”: ci sono quindi ingiunzioni, congelamento dei beni, richieste di risarcimenti. In pratica, ogni abuso del diritto e del sistema giudiziario, che colpisca “giornalisti, accademici, società civile e ong”, in vicende legate a casi di “tutela ambientale, reati finanziari e corruzione”, in cui l’intimidazione a chi alza la voce porti a privare “i cittadini del diritto ad essere informati”.
Significativo che l’acronimo SLAPP, che da poco in Europa è stato adottato come sinonimo di “querele temerarie”, venga quindi identificato come “un attacco diretto all’esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali”. La proposta di mozione invita l’Europarlamento a proporre che la prossima relazione sullo stato di diritto (Rule of Law Report) “includa lo studio completo dell’ambiente legislativo per i media, in particolare per il giornalismo investigativo”, vista la stretta connessione tra diritto ad essere informati, giornalismo investigativo ed eventuali abusi che limitando il libero esercizio dell’attività giornalistica abbiano un pesante impatto sulle libertà dei cittadini.
Nella bozza si collega poi la SLAPP ai suoi effetti sul mercato interno (nei casi ad esempio in cui vengano bloccate campagne di denuncia di corruzione), sul sistema giudiziario (appesantendo i tribunali con cause temerarie che poi vengono archiviate) e sui discorsi d’odio: le SLAPP si fondano sul ricatto, sull’intimidazione, sulla costrizione al silenzio, e “sopprimono la partecipazione alla vita democratica”. L’urgenza di un intervento legislativo da parte della Commissione è comprovata dal fatto che nessun paese europeo ha norme adatte a dissuadere dall’abuso del diritto. Servono anche fondi a sostegno delle vittime, “supporto agli enti indipendenti che ascoltano le vittime e le sostengono”, ma serve anche “adeguata formazione dei giudici e degli avvocati”, che devono saper riconoscere i casi in cui in gioco siano la libertà di espressione, l’interesse pubblico, la partecipazione.
C’è molta aspettativa nel mondo delle organizzazioni che si occupano di diritti umani e democrazia, ma c’è anche molta soddisfazione, visto che questa bozza di mozione è chiaramente il frutto di una pressante campagna di sensibilizzazione mirata agli europarlamentari: mesi di segnalazioni, incontri, scambi di mail, audizioni, sembrano aver dato frutti importanti.
Certo, il tema non è presente allo stesso modo nell’agenda di tutti gli europarlamentari, ma quelli che se ne sono occupati, parlando con i figli di Daphne Caruana Galizia, partecipando agli incontri della CASE o leggendo i materiali forniti da diverse ong, sembra non possano sottrarsi ad azioni concrete. Tanto da metterci la faccia, come ha fatto il rapporteur tedesco con un video che ha più di 1700 visualizzazioni, ospitando oltre a Matthew Caruana Galizia anche Karl Bär dell’Umweltinstitut di Monaco, a processo a Bolzano per la querela dei contadini sudtirolesi, e ora ostaggio della burocrazia.
Le situazioni sono varie e numerose, “è necessario raccogliere dati e sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti dannosi delle SLAPP”, ribadisce la proposta di risoluzione, che sarà presentata in plenaria lunedì e che tornerà in aula non prima di ottobre per la votazione finale.
Articolo pubblicato sul sito di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa