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Cina, Draghi si smarca a metà da Biden

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Una nuova “guerra fredda”? Joe Biden ha tuonato al G7 in Cornovaglia contro la Cina: «Il silenzio è complicità». Il presidente degli Stati Uniti ha chiamato gli alleati occidentali a serrare le fila contro il Dragone rosso, considerato il primo avversario politico dell’America nel mondo.

Biden è tornato ad attaccare Pechino per le violenze contro i diritti umani degli uiguri nello Xijiang e per le repressioni dei dissidenti democratici a Hong Kong. Quindi ha puntato il dito contro la Nuova Via della seta di Pechino, un progetto di cooperazione economica diretto a trainare la conquista dell’egemonia politica mondiale. Alla Nuova Via della Seta dal palcoscenico del G7 ha contrapposto il progetto di “Build back better for the World”, cioè il piano americano di “Ricostruire meglio il mondo” indirizzato soprattutto ai paesi emergenti. Si tratta di una iniziativa diretta a mobilitare globalmente 40.000 miliardi di dollari.

Mario Draghi concorda con le critiche alla Repubblica Popolare Cinese e a tutti i paesi autocratici. In una pausa del vertice del G7 ha avuto un colloquio di mezz’ora con il nuovo presidente statunitense (l’incontro «è andato molto bene»). Ha costatato una convergenza piena sulla difesa di diritti umani e civili, sul rispetto delle regole democratiche, sulla comune lotta al Coronavirus, sulla tutela dell’ambiente. In una conferenza stampa ancora una volta ha confermato di essere convintamente «europeista» e «atlantista», mentre Beppe Grillo (da sempre filo cinese) nei giorni del G7 incontrava l’ambasciatore a Roma di Pechino (e Giuseppe Conte non andava per «impegni e motivi personali»).

Ma Draghi ha anche sostenuto la necessità di dialogare con Xi Jimping. Ha invitato a non spezzare il filo con il presidente cinese: «Bisogna essere franchi, cooperare ma essere franchi sulla cose che non condividiamo e non accettiamo». Traduzione: l’Italia è un leale alleato di Washington ma difende una sua visione autonoma nelle relazioni internazionali. Tra Biden e il presidente cinese sta emergendo un contenzioso notevole sul piano politico, economico, militare. Il presidente del Consiglio spinge sul pedale del confronto, vuole scongiurare che i contrasti sfocino in una nuova “guerra fredda”.

SuperMario è in una posizione difficile. Dal governo Conte ha ereditato il sì dell’Italia alla Nuova Via della Seta, una adesione fortemente voluta da Luigi Di Maio e dal M5S. Una adesione molto contestata anche perché il Belpaese è stata l’unica grande nazione occidentale ad aprire la porta al pressing di Xi Jinping. Per ora Biden non ha sollevato la questione. Il presidente del Consiglio ha precisato: nel colloquio «non è stato mai menzionato» ma «esamineremo con attenzione» il problema. Libia, Cina, Russia sono tre crocevia vitali internazionali sia per l’Italia sia per gli Stati Uniti. Draghi si muove sul filo di rasoio e, sembra, in sintonia con la cancelliera tedesca Angela Merkel.


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