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Bud Spencer, il gigante buono

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Se ne andava cinque anni fa Carlo Pedersoli, meglio noto come Bud Spencer, il gigante buono del cinema italiano. Ex campione di nuoto, aveva ottantasei anni e doveva la sua fortuna cinematografica agli spaghetti-western degli anni Sessanta e al coraggio di Enzo Barboni, E.B. Clucher, che con i due Trinita inventò il western in chiave comica, dando vita a una rivoluzione che avrebbe mutato per sempre il nostro immaginario. Se negli anni Cinquanta a fare la parte del leone era John Wayne e negli anni Sessanta avevamo ammirato il giovane Clint Eastwood nei capolavori di Sergio Leone, l’inizio dei Settanta fu segnato, infatti, dall’avvento di questa coppia rivoluzionaria, Trinità e Bambino, Terence Hill e Bud Spencer, una garanzia di incassi, risate e allegria.
La comicità di Bud era scanzonata ma, al tempo stesso, profonda. Un nemico delle ingiustizie, un uomo in lotta, anche nella vita, contro ogni sopruso e vessazione, una personalità di destra che, tuttavia, non sopportava alcuna forma di violenza, razzismo e discriminazione, come ebbe modo di dimostrare a Johannesburg durante le riprese di “Piedone l’africano”.
Dispiace che il museo in suo onore sia stato allestito a Berlino, che l’Italia non gli abbia reso omaggio come, invece, avrebbe meritato, che la classe dirigente del nostro paese non abbia saputo comprendere il patrimonio che ci ha lasciato in eredità. Senza contare che i suoi film, anche se hanno ormai oltre quarant’anni, sono ancora amatissimi da più generazioni, compresi i bambini nati quando ormai non recitava più da anni.
Con Terence Hill ha formato una delle coppie più riuscite della storia del cinema, ma Bud è stato grande anche al fianco di Tomas Milian, Giuliano Gemma e nell’indimenticabile serie del commissario Rizzo, sempre in lotta contro ogni ingiustizia.
Non ha avuto i riconoscimenti che avrebbe meritato ma si è potuto godere per tutta la vita la stima, l’affetto e gli applausi di milioni di persone che nei suoi film hanno trovato messaggi positivi e tanta, tanta armonia.
Ci ha detto addio con garbo e gentilezza, come ha sempre vissuto. Era davvero una splendida persona, un mito che non cadrà mai nell’oblio.

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