Un murale inaugurato il 15 maggio a Napoli. con Noemi e per Noemi, ma anche per tutti noi

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Non vorrei abusare con le citazioni di Don Tonino Bello. Ma mi sembra inevitabile in questa occasione. “Sostituire ai segni del potere il potere dei segni” -diceva. Ed oggi siamo insieme per inaugurare un Murale…
Ma è tutta un’altra storia ! Grazie al Prefetto, al Procuratore Melillo, al Procuratore generale Riello a Federico Cafiero De Raho ed altri magistrati, alle Forze dell’ordine che sono intervenuti energicamente contro il proliferare di altarini ed immagini che fanno passare messaggi negativi, presentando quasi come eroi ragazzi che commettevano azioni criminali, rimanendo poi essi stessi vittime della loro violenza e della loro cultura deviante. Grazie alla incessante campagna del Mattino che ha aperto la strada a tante significative prese di posizione e concreti interventi, fino alle parole chiare ed inequivocabili dell’Arcivescovo Monsignor Mimmo Battaglia.

E’ una bella giornata. Nel luogo di un terribile scontro tra clan, dove fu ferita 2 anni fa la piccola Noemi campeggia un Murale della vita, pieno di colori e con quegli occhi bellissimi, sorridenti, ma che “ci osservano, interrogano, stimolano” – come dicono la sua mamma ed il suo papà, Tania e Fabio. Grazie al loro coraggio ed alla loro determinazione. Grazie ai medici che l’hanno assistita e curata, alla Fondazione Pol.i.s., con don Tonino Palmese ed Enrico Tedesco, che con quella famiglia hanno stipulato un vero e proprio patto di “Adozione sociale”, per aiutarli nel percorso di totale ripresa che Noemi sta attraversando. E grazie a Regione e Comune, Municipalità, scuola Miraglia, per dare continuità a quanto si è iniziato. Grazie agli artisti di INWARD, Osservatorio nazionale sulla creatività urbana, con Luca Borriello e con Giulia Salamone Noeyes e Vittorio Valiante, per aver dato meravigliose forme, geometriche e realistiche ad un Murale del riscatto e della vita.
E quegli occhi di Noemi, il cui nome vuol dire Gioia, Letizia, riempiono di gioia, appunto, ma anche di speranza e d’impegno per il futuro che spetta a tutti noi. E quegli occhi hanno a che fare con la città ! Come spiegava Fabrizia Ramondino, PARTENOPE, l’antica denominazione di Napoli, significa letteralmente “occhi di fanciulla”. Ed a quello sguardo tocca rispondere.

Geppino Fiorenza
p. AsCenDeR, Centro Documentazione
e p. onorario Fondazione Giancarlo Siani Onlus


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