Il Parlamento Ue ha approvato il regolamento TERREG per contrastare la diffusione dei contenuti terroristici online. Per impedire la diffusione via Internet di materiale propaganda terroristica, si autorizzano gli Stati Membri a imporre la rimozione di tali contenuti a velocità record: 1 ora.
Ora questa foto tratta dalla copertina di una rivista democratica ungherese sul despota Orban con i baffetti alla Hitler disegnato col filo spinato, un domani e su semplice richiesta del governo sotto accusa e senza alcun arbitrato e su giudizio successivo delle sola polizia italiana nel nostro caso, potrebbe essere rimosso di autorità, e ‘Remocontro’ denunciato? C’è qualcosa che non va.
Tanto zelo e poca accortezza
«Senza fare troppo rumore, il 29 aprile scorso il Parlamento Europeo ha dato il via libera al regolamento TERREG, cioè alla normativa europea pensata per contrastare la diffusione dei contenuti terroristici online attraverso la UE», annota il giurista Innocenzo Genna, esperto di Internet e telecomunicazioni.
Una prova di dovuta efficienza di fronte alla pericolosità di certi fenomeni, ma poi vai a vedere le modalità applicative e scopri che l’autorità preposta a questa funzione potrebbe essere un semplice ministero (in Italia, quello dell’Interno con i suoi uffici di polizia), mentre il concetto di contenuto terroristico è per sua definizione soggettivo.
Partiamo dalla copertina ungherese
«Un ministero ungherese potrebbe chiedere a un provider italiano di rimuovere un certo contenuto che riporti la faccia di Orban con i baffetti alla Hitler col filo spinato anti migranti; oppure di cancellare un discorso del miliardario Soros, non amato dal governo patrio; o, infine, di oscurare la pagina di una ONG che aiuta i migranti nei Balcani. Tutti contenuti che a Budapest, quando sale la tensione, potrebbero essere etichettati come “terroristici”».
Il terrorismo definito e deciso da chi?
A ridosso del 1945 le autorità di occupazione nazista in Italia del nord avvertivano, ‘Aktung banditen!’ ad indicare i partigiani. Senza arrivare a quell’estremo, «Se un giorno in Italia dovesse mai capitare un ministro dell’Interno dai metodi spicci e anche un po’ flessibile sullo Stato di diritto –ogni facile riferimento nominale non è casuale-, su Internet ne vedremmo delle belle».
Cosa è “propaganda terroristica”
Non esiste una definizione normativa univoca e chiara per definire un contenuto come “propaganda terroristica” ed è obiettivamente difficile arrivare ad una norma precisa. «Alla fine, sarà l’autorità incaricata a compiere questa valutazione, mentre l’autorità del paese di destinazione (dove si trova il soggetto che ha pubblicato il post in questione) si limiterà verosimilmente a fare da postino».
Terreg transnazionale
Il TERREG si applica non solo alle piattaforme social, ma anche a siti web e semplici blog (vedi questo Remocontro) e non solo nei singoli Paesi ma dentro l’Ue. L’autorità di qualsiasi Stato UE potrà chiedere la rimozione di contenuti online caricati da un soggetto con i server in un altro paese UE. Quindi l’esempio dal facile ‘cattivo’ Orban, o la polizia giudiziaria italiana che potrebbe chiedere la rimozione di contenuti, pubblicati su un sito francese, che trattano di attentati in Italia.
Dottrina Mitterand o terrorismo?
«Potrebbe trattarsi di effettiva propaganda terroristica o di semplice analisi della dottrina Mitterrand, a ogni modo il giudizio iniziale spetterà verosimilmente agli uffici di polizia».
Problema tremendamente serio con risposta inadeguata
Il tema della diffusione di contenuti terroristici online è tremendamente serio ed infatti la proposta del regolamento era stata caldeggiata da Francia e Germania, paesi rispettosi dei diritti civili e della libertà di stampa. Ma in Francia una legge simile, la «legge Avia», era stata dichiarata incostituzionale dalla loro corte Costituzionale perché considerata lesiva della libertà di espressione. In altre parole, siamo in un campo in cui l’individuazione di un punto di equilibrio tra i vari interessi è estremamente complesso.
Superficialità
Sorprende quindi che il Parlamento europeo abbia dato il via libera senza neanche una discussione in plenaria (sembra si sia trattato di un incidente di procedura).
Le paure a guaio fatto
Presto potremo cominciare a imbatterci con richieste di autorità estere, del tutto sconosciute, che tacciano di terrorismo contenuti che, a casa nostra, non lo sembrano affatto. E torniamo alla considerazione testuale del giurista: «Il caso di Orban può sembrare al momento il più eclatante, ma non dimentichiamo che l’etichetta di “terroristico” può apparire ovunque vi siano delle minoranze regionali turbolente (Spagna), grosse disparità di vedute su ciò che è democratico o no (Polonia, Ungheria, ora anche Slovenia), opinioni devianti in tema di pandemia (Germania), oppure pregiudizi su comunità religiose minoritarie (un po’ dappertutto).
Se un altro Stato membro dovesse iniziare una deriva autoritaria, ciò potrebbe diventare un problema da subito anche da noi, e lo scopriremo per posta. E la deriva autoritaria già sta travolgendo almeno tre paesi Ue.