Il Teatro Argentina ha riaperto il 3 maggio con la prima nazionale de La metamorfosi di Franz Kafka (regia di Giorgio Barberio Corsetti), che aveva già debuttato in tv su Rai 5.
Gregor Samsa è uno dei personaggi più noti di tutta la letteratura del ‘900. È un commesso viaggiatore che una mattina si sveglia nel corpo di un gigantesco scarafaggio. La sua famiglia reagisce a questo cambiamento in modo diverso: la madre sviene, il padre vorrebbe ucciderlo mentre la sorella è l’unica ad avere attenzioni. Ma se inizialmente gli porta da mangiare e pulisce la sua stanza, dopo qualche tempo desiste, convinta che quell’essere non sia più suo fratello.
In quella metamorfosi c’è tutto il disagio di una persona che vive una vita che non sente sua. Da anni infatti il padre di Gregor, senza nessuna ragione apparente, ha smesso di lavorare costringendolo ad assumere il ruolo di capofamiglia. Gregor non riesce a sopportare la pressione lavorativa e familiare ed è quindi come se si annullasse accartocciandosi ogni giorno di più in sé stesso, fino ad assumere le sembianze di uno scarafaggio.
La scelta di questo testo per la riapertura non sembra casuale. La metamorfosi è una metafora dell’incomunicabilità dell’individuo, dell’isolamento e dell’alienazione nella società contemporanea. Ma risuona ancora più attuale in un periodo come questo in cui molte persone sono state costrette a vivere confinate in una stanza e soprattutto a subire una situazione di cui non avevano il controllo. Gregor accetta passivamente la trasformazione, quasi senza stupore. La sua unica preoccupazione è infatti la reazione che avranno parenti e colleghi vedendolo così.
La regia di Corsetti si affida alla recitazione dei protagonisti (movimentata e a tratti comica) e ai continui cambi della scenografia mobile. La scena infatti si alterna tra la stanza di Gregor e il soggiorno dove si muove il resto della famiglia. Ottima prova attoriale per Michelangelo Dalisi, che interpreta con molta naturalezza un personaggio così complesso. La sua fisicità asciutta e la precisione dei movimenti a volte fa immaginare che si sia trasformato davvero in un insetto.
Prima dell’inizio della rappresentazione sono intervenuti tre rappresentanti del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, che già tre settimane fa avevano occupato il Globe Theatre. Sul palco è stato letto un comunicato dove vengono richiesti: la ristrutturazione di tutto il sistema teatrale, la revisione dei contratti nazionali, un reddito universale continuativo, una formazione retribuita e permanente e misure efficaci contro la violenza, il sessismo, il razzismo e l’omofobia presenti nel settore dello spettacolo.