Nuove adesioni alla manifestazione promossa per domani (giovedì 20 maggio) a Montecitorio dalla Federazione nazionale della Stampa italiana per chiedere a governo e parlamento di aprire il confronto sui temi dell’informazione e del lavoro di chi ogni giorno fa informazione al servizio dei cittadini e dei diritti garantiti dall’articolo 21 della Costituzione.
In piazza alla riunione straordinaria del Consiglio nazionale della Fnsi con i componenti della Commissione e dell’Assemblea nazionali del lavoro autonomo ci saranno anche le giornaliste dell’associazione GiULiA: «Per difendere la libertà di stampa, per far sentire la nostra voce, insieme al Sindacato dei giornalisti, all’Ordine, all’istituto di previdenza, alla Casagit», si legge sulla pagina Facebook.
«Il diritto primario per l’informazione, scritto nella prima parte della Costituzione tra quelli inalienabili delle cittadine e dei cittadini – spiega l’associazione – è di esistere e di essere libera! È questo diritto che dobbiamo, di nuovo, difendere: nella ricostruzione del Paese chiediamo sia data centralità a questo settore vitale per la democrazia. Quello a cui continuiamo ad assistere, invece, è la riduzione delle testate indipendenti e dei posti di lavoro, con costi scaricati esclusivamente (unica professione nel nostro Paese) sulla solidarietà di categoria, ovvero sul suo istituto di previdenza, l’Inpgi. Non solo: il Parlamento non rivede le leggi che permettono di querelare giornaliste e giornalisti non per errori professionali, ma per fermare le loro inchieste, e che addirittura (unici in Europa) prevedono il carcere per i giornalisti. È un sistema che ci sta strangolando! Non ci sono battaglie culturali se non ci sono giornali liberi da cui promuoverle. Non c’è una informazione libera se giornaliste e giornalisti vengono affossati nel precariato. Non ci saranno battaglie per una informazione rispettosa delle donne e delle loro eccellenze, se non avremo libertà di farle nei nostri giornali».
Anche l’Ussi, Unione Stampa Sportiva Italiana, sarà in piazza al fianco della Fnsi «per chiedere al presidente del Consiglio Mario Draghi e a tutto il governo risposte e attenzione» per un settore, quello dell’informazione, che aveva già sofferto la crisi e che ha pagato, e continua a pagare, a caro prezzo gli effetti della pandemia.
«Il racconto dello sport è stato mutilato – sottolinea il presidente nazionale Gianfranco Coppola – è stata negata l’aria di stadi, palazzetti e luoghi della pratica sportiva, con danni enormi a giornaliste e giornalisti sportivi, a fotografi e videoperatori. Saremo in piazza per chiedere al governo che riattivi il tavolo istituzionale per una soluzione strutturale. Ussi è convinta che in una informazione libera, diritto inalienabile di cittadine e cittadini, il precariato selvaggio, e i compensi polverizzati, non siano più accettabili». E, invece, si continua a pagare una fotografia anche 0,50 euro e un pezzo meno di 7 euro, lordi.
«Saremo in piazza perché il nostro settore torni ad essere centrale, a tutela della democrazia di questo paese. Basta bavagli, basta attacchi frontali, basta ricorso indiscriminato agli ammortizzatori sociali, basta chiusura di testate, basta emorragia di posti di lavoro», evidenzia l’Ussi, che si dice «al fianco della Fnsi, dell’Ordine, dell’Inpgi e della Casagit: serve una nuova legge di sistema, un patto per l’articolo 21 – conclude il gruppo di specializzazione – che non può prescindere dall’equo compenso, dalla tutela previdenziale, dalla salvaguardia degli istituti della categoria».
Alla manifestazione annuncia la propria partecipazione il Comitato di redazione di Tg2000 (Tv2000), il quale «condivide pienamente che sia opportuno e urgente richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle difficoltà strutturali dell’informazione e sull’assenza di politiche per il lavoro, le quali hanno pesanti conseguenze anche sull’Inpgi», scrivono Fabio Bolzetta, Letizia Davoli e Maurizio Di Schino.
E chiede «un patto per l’informazione» anche l’Ucsi, Unione Cattolica Stampa Italiana, che aderisce alla mobilitazione. Appuntamento alle 10.