Come sarà il nostro Paese da domani? Esiste, infatti, un prima e un dopo: questo rappresenta la scomparsa di Franco Battiato all’età di settantasei anni, lo spartiacque di una storia che ora ci pone di fronte alla nostra impossibilità di essere a pieno dei sognatori. Lui che aveva un sogno, lui che era così folle da esprimerlo ogni giorno, lui che credeva persino nella pazzia dei suoi testi bellissimi, lui che lasciava volteggiare in aria le parole, lui che ha riempito le nostre giornate di musica, speranza e voglia di volare, lui adesso non c’è più. E non è soltanto la solitudine a pervadere il nostro animo: è come se si fosse spezzato un filo, forse l’ultimo, che ci teneva agganciati a un tempo in cui si poteva ancora parlare d’amore liberamente e provare emozioni fortissime.
Franco Battiato è stato uno dei punti di riferimento della generazione che ha creduto in qualcosa, ma è entrato nell’immaginario collettivo di tutti, anche dei più giovani, riuscendo a ricomporre il mosaico di una Nazione che tanti, troppi altri hanno diviso.
Impossibile star qui a elencare i suoi successi, impossibile e inutile se si considera che Battiato non va solo ascoltato ma capito nel profondo, lasciandosi trasportare dalla sua arte, dai suoi ritmi lenti, poetici, capaci di intrecciare i generi, di essere al contempo lirici, pop, filosofici, con parole d’amore miste a riflessioni sull’uomo e sul mondo, con analisi spietate della società in compagnia di quella giocosità propria dei giganti che rendeva la sua musica inimitabile.
Con Franco Battiato ci dice addio lo spirito ribelle di un’epoca forse irripetibile. Se ne va un grande artista ma, soprattutto, se ne va l’idea che qualcosa possa essere migliore, che ciascuno di noi possa contribuire, ogni giorno, nel suo piccolo, a rendere meno avvelenato il nostro stare insieme.
Se ne va, in poche parole, un uomo capace di prendersi cura del prossimo, di star vicino agli altri, di farsi carico di chi gli era accanto e di regalare umanità a una stagione che cominciava a farsi difficile.
Se ne va, col suo carico di bellezza, di dolore, di sofferenza e con un inesauribile bisogno di libertà che ora, finalmente, potrà essere esaudito. Ci mancherà, soprattutto, il suo non arrendersi mai.
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