Bielorussia, Lukashenko mette il bavaglio al portale TUT.by

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Il 18 maggio il ministro dell’Informazione della Bielorussia ha ordinato il blocco degli accessi a TUT.by, uno dei principali organi di stampa online del paese, per via di “numerose violazioni della Legge sui mass media” e, in particolare, a causa della pubblicazione di notizie fornite dalla fondazione BYSOL, un gruppo di sostegno alle vittime della repressione politica.

Poiché la legislazione bielorussa vieta la diffusione di materiali provenienti da organizzazioni non registrate e BYSOL per ovvi motivi non è registrata, la conclusione del sillogismo repressivo è che TUT.by ha violato la legge.

Come se non bastasse, lo stesso giorno il dipartimento per le indagini fiscali ha perquisito uffici e abitazioni private della direttrice di TUT.by, Maryna Zolatava e di altri dirigenti del portale. A fine giornata, le autorità hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta per “evasione fiscale su larga scala”.

La persecuzione nei confronti di TUT.by era iniziata il 1° ottobre scorso col ritiro della licenza stampa.

Due mesi fa una giornalista del portale, Katsyaryna Barysevich, è stata condannata a sei mesi di carcere per aver rivelato la falsificazione dei documenti ufficiali sull’uccisione di un manifestante, Raman Badarenka, avvenuto nel novembre 2020.


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