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A Città di Castello una giornata di studio per ricordare Peppino Impastato

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A 43 anni dalla morte di Peppino Impastato e a dodici dall’intitolazione ufficiale della Sala Giunta alla memoria del giornalista ucciso dalla mafia (a Cinisi, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978) il comune di Città di Castello ha promosso una giornata di sensibilizzazione e ricordo a cui sono stati invitati la famiglia di Peppino Impastato, l’Ordine Regionale dei Giornalisti, la Federazione Nazionale della Stampa, e l’ex Procuratore Generale della Repubblica, Presidente della Fondazione “Umbria contro l’usura”, Fausto Cardella, che si occupò del caso,  come tirocinante uditore con il magistrato titolare. Lo annunciano il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore ai Servizi Educativi Rossella Cestini (nella foto accanto alla targa che riporta accanto al nome del giornalista siciliano, un brano della canzone “I cento passi” – Modena City Ramblers) che, raccogliendo l’appello dell’ANCI, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, coinvolgerà in questa giornata le scuole della città e la Fondazione Villa Montesca, da sempre impegnata sulla didattica dell’educazione alla cittadinanza  della legalità. Domani, 9 maggio, per Città di Castello non sarà dunque un giorno come gli altri per la concentrazione di fatti significativi sul tema dei diritti democratici: dal martire della resistenza,  Venanzio Gabriotti, che fu giustiziato da un plotone di nazisti e fascisti all’alba del 9 maggio, alla giornata nazionale per le vittime del terrorismo, fino all’Europa, che nacque il 9 maggio con la dichiarazione Schumann”. “Peppino Impastato con la sua vicenda lontana ma purtroppo ancora così attuale è una sintesi dei valori per cui bisogna combattere, libertà di parola, uguaglianza, giustizia, e di ciò che ancora non abbiamo sconfitto, la violenza di ogni tipo, da quella politica e quella di genere, la criminalità organizzata. Abbiamo coinvolto ed invitato a questa iniziativa che si svolgerà, speriamo in presenza all’inizio del prossimo anno scolastico, personalità del mondo dell’informazione e della legalità per affrontare i nodi ancora non sciolti del nostro paese e soprattutto per chiamare i giovani a confrontarsi su questi temi. La pandemia – hanno precisato il sindaco Luciano Bacchetta, l’assessore, Rossella Cestini ai quali si è aggiunta anche la presidente del consiglio comunale, Francesca Mencagli – pur rallentando i processi economici e sociali non ha fermato né il percorso dei nuovi diritti e dell’inclusione né quello dell’illegalità e dell’intolleranza. Nel riprendersi la loro vita, quando il Covid sarà alla spalle, dovranno anche pensare al mondo che vorranno costruire e Peppino Impastato a nostro parere rappresenta ancora un esempio luminoso di italiano, coraggioso, attento agli ultimi e responsabile. Siamo molto contenti che i dirigenti delle scuole superiori di Città di Castello, Liceo “Plinio il Giovane”, Istituto Tecnico “Franchetti-Salviani”, Campus “Patrizi-Baldelli-Cavallotti” ed Istituto “San Francesco di Sales” abbiano accettato di calendarizzare questa giornata quando sarà possibile svolgerla in presenza”. “La Fondazione Villa Montesca supporta molto volentieri il progetto dedicato alla memoria di Peppino Impastato – ha dichiarato il presidente Franco Capecci – offrirà il proprio contributo sia tecnico che pedagogico, grazie anche alla stretta relazione che la Fondazione ha con il centro Danilo Dolci di Palermo, centro studi dedicato alla figura del sociologo che ispirò Impastato nella sua battaglia contro la povertà”. Per il Presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti, Roberto Conticelli, “Il giornalismo è liberta e Peppino Impastato è un esempio, tra i più fulgidi, di giornalismo interpretato e vissuto con  la schiena dritta, senza condizionamenti di sorta. Ecco perché l’Ordine dei Giornalisti, che da sempre si batte per un racconto dei fatti che sia onesto e genuino, aderisce all’iniziativa del Comune di Città di Castello nel ricordo di un cronista che del coraggio e dell’amore per il proprio lavoro seppe fare bandiera, una bandiera che è nostro dovere continuare a far sventolare”. Marco Baruffi Presidente Asu nel confermare il patrocinio della Fnsi e la possibile presenza alla giornata di formazione e sensibilizzazione ai temi della libertà di stampa, legalità, lotta alle mafie e ha sottolineato che “il ricordo della vicenda di Peppino Impastato è un monito a non fidarsi di nessuna verità preconfezionata, a indagare per capire i fatti e a non lasciare mai nessuno senza verità e giustizia”. “Da precario ci ha insegnato che un giornalista deve servire con coraggio e responsabilità la verità ed essere al fianco di chi denuncia, perché garantire alle persone di essere informate significa salvaguardare la libertà e la democrazia che sono fondamento della nostra società”, ha spiegato Baruffi, per il quale “è necessario essere consapevoli che anche in Umbria il mestiere del giornalista ha bisogno della scorta dei cittadini e delle istituzioni per continuare a essere autonomo e autorevole”. “Un grande personaggio che denunciò le verità mafiose fu Peppino Impastato. Dalla sua morte le sue attività ispirano film, libri e canzoni, riconoscendolo come icona nella lotta contro la mafia”, così ha scritto in un bellissimo tema intitolato “l’omertà”, una giovane studentessa di Città di Castello: un passaggio significativo che oggi più che mai ritorna attuale e fa riflettere.

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