Pochi giorni fa Articolo21 ha lanciato una petizione per il conferimento della cittadinanza onoraria della Capitale d’Italia, Roma, a Patrick Zaki. Non ci interessava polemizzare con quei partiti che affermano ogni giorno di difendere i cristiani perseguitati e poi si astengono sulla proposta di dare al cristiano copto Patrick Zaki la cittadinanza del nostro Paese. Non ci interessava perché ci interessa dire che è meglio difendere tutti i perseguitati. E in Egitto sono perseguitati i cristiani come i musulmani che credono di avere il diritto di essere trattati come cittadini, non come sudditi. Non sono i soli, purtroppo. A nostro avviso è così anche in Siria ad esempio, e siamo contenti che il nostro ministro degli esteri abbia firmato la lettera con cui 18 ministri degli esteri europei si impegnano non solo a confermare le sanzioni contro i miliardari del regime siriano, ma anche a pretendere accertamenti sui crimini contro l’umanità perpetrati in quel Paese. In Siria come in Egitto infatti ci sembra che siano perseguitati quei cristiani e quei musulmani che chiedono di essere cittadini. Altrettanto accade a nostro avviso in Turchia, dove le prigioni sono piene di musulmani, visto che lo è il 99% della popolazione turca.
Così il caso di Patrick Zaki per noi, dopo il caso di Giulio Regeni, è diventato il caso del Mare Nostrum, cioè del Mare Nostro nel senso di tutti noi suoi cittadini. Ecco perché vorremmo che Roma, come molte altre città italiane, facesse subito di Patrick Zaki un suo cittadino onorario. Il suo caso drammatico è diventato il simbolo della cittadinanza negata a troppi cittadini del Mediterraneo ai quali è negato il diritto di non essere sudditi silenti e remissivi.
Siccome siamo consapevoli che Articolo21 è una piccola associazione di operatori dell’informazione lo abbiamo fatto con convinzione ma anche con la consapevolezza di essere piccoli.
Ora accade però che siamo alle 22 di questo 16 aprile e noi, da soli, con una petizione su
Change.org, siamo arrivati a un passo dalle 15mila adesioni. Forse quando leggerete questo post l’ obiettivo sarà raggiunto, o forse superato, chissà. Ma non è l’obiettivo che conta. E’ la speranza che i terribili patimenti inflitti dai tiranni, dai despoti, a da tanti autocrati abbiano trovato un’altra piccola tribuna per entrare nella nostra consapevolezza, nella nostra certezza di figli e cittadini del Mediterraneo dei fratelli, uguali perché diversi e determinati a restare tali, diversi, ma insieme e rispettosamente. E vogliamo che Zaki sia uno di noi, subito. Di questo dobbiamo ringraziare lui, il suo dolore, la sua tempra, la sua forza. Noi no, non abbiamo di cui essere soddisfatti, se non di potergli dire “siamo cittadini e vorremmo che ROMA, LA CAPITALE D’ITALIA TI DESSE SUBITO LA SUA CITTADINANZA”. Perché il Mare Nostrum è Nostrum, cioè nostro, se questo noi ci indica tutti suoi cittadini. Alla sindaca Raggi, che ha chiesto alla Camera di riconoscere a Zaki la cittadinanza italiana, chiediamo di riconoscere subito quella onoraria di ROMA, capitale d’Italia.
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