I familiari come tutte le persone di buona volontà che seguono il cammino di Peppino Impastato lo sanno bene, e lo sottolineano con forza e garbo come da timbro consolidato, all’indomani del rinvenimento della targa col nome del giornalista di Cinisi divelta dalla via a lui dedicata, a Merine di Lizzanello, e gettata in campagna. Dopo essere stata peraltro danneggiata, a ottobre, con due colpi d’arma da fuoco.
“Un gesto vile e spregevole che colpisce un simbolo della lotta alla mafia. L’insegna era stata posta nel 2017 in occasione della Festa della Legalità in presenza di Giovanni Impastato”, il primo commento dalla Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.
“Purtroppo anche in altre città la memoria di Peppino è stata oltraggiata in diverse occasioni – continuano dall’associazione- sono segnali inquietanti che ci fanno riflettere e contemporaneamente insistere con ancora maggiore forza a portare avanti le nostre battaglie educative, culturali, di memoria e impegno nel contrasto alla mafia ed ai fascismi. Chi compie questi gesti pensa a solo a distruggere; Peppino invece, tanti anni fa quando era ancora un ragazzo, nato in una famiglia mafiosa, decise di essere libero e non piegarsi al potere della mafia, lottando per le sue idee, contro lo sfruttamento, per la giustizia sociale. A qualcuno forse i valori a cui dedicò la sua vita fanno paura, perché possono cambiare la coscienza di tanti giovani”.
A loro, alle nuove generazioni, il messaggio di speranza, contro ogni forma di silenzio, ogni tentativo di sabotare la cultura della bellezza e della legalità: “noi crediamo molto nei giovani e per questo continuiamo e continueremo ad impegnarci con le idee e con il coraggio di Peppino”.