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Dal presidente della Federazione della stampa italiana, Beppe Giulietti, una proposta di assemblea comune tra Coalizione Civica per Padova, Mediterranea Saving Humans, Linea d’Ombra e Carta di Roma, per dare avvio ad un percorso comune e momenti approfondimento. Proposta subito accolta dal Preside te di Carta di Roma, Valerio Caraldi. Così si è aperta una serata molto partecipata e emozionante su piattaforma Zoom e diretta Facebook, promossa dalla Sede pensante di Coalizione Civica per Padova, coordinata da Fabrizio Caberlon.I racconti di chi ha vissuto in prima persona i salvataggi in mare, e spesso ha visto morire annegati, adulti, donne e bambini, gridando il proprio nome per non essere dimenticati, e di chi ha curato i migranti giunti a Trieste dalla rotta balcanica, stremati e feriti da centinaia di chilometri macinati a piedi, tra pericoli, percosse e anche torture, hanno tenute incollate allo schermo centinaia di persone. E’ stata ricordata la “Staffetta del digiuno” alla quale hanno aderito centinaia di attivisti della Cgil e dell’Anpi, promossa da una rete di solidarietà – rete Dasi – con i migranti della rotta balcanica. Solidarietà e affetto nei confronti di Aamir Labbas, iraniano, costretto in una sedia a rotelle, dopo un doloroso percorso e bloccato in un campo bosniaco. Amir sta facendo lo sciopero della fame per ottenere cure adeguate al suo stato e dignità, cosa impossibile data la situazione del campo di Sedra nel comune di Cazin. Il link alla petizione https://www.facebook.com/1557731744/posts/10224771804793288/“Chi ha paura della solidarietà” era il titolo dell’incontro teso a fare chiarezza sulle in chieste giudiziarie contro una parte dell’equipaggio della Mare Jonio e il fondatore dell’associazione linea d’Ombra, inquisiti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E proprio Giulietti, tra gli altri ha detto, che non solo i volontari delle Ong che operano in mare e alle frontiere, ma anche i giornalisti che si occupano di migranti sono presi di mira dalla magistratura. Ma in qualche caso anche da poteri criminali. C’è un filo – è stato detto – che lega le attività del ministero dell’Interno sotto la guida dell’ex ministro della Lega, e ora della Lamorgese: 4 sono state le navi delle Ong bloccate da Salvini e ben 7 dalla ministra in carica oggi. Prima con le inchieste giudiziarie, mai giunte al processo, e spesso archiviate, e ora attraverso il fermo amministrativo (dati Ispi). E ora si torna alla repressione per via giudiziaria. A questo proposito va letto l’approfondimento del giornalista Nello Scavo sulla vicenda Mare Jonio che smentisce fantasiose ricostruzioni di una parte dell’informazione. (il link: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10224770821728712&id=1557731744)E l’Europa? Non è questa l’Europa che vogliamo, – è stato detto – l’Unione oggi è una fortezza dove prevalgono gli stati nazionali, che espellono i migranti. Oggi più che mai le attività umanitarie e di cura che tendono a interferire, in mare come in terra, rispetto ai piani europei di esternalizzazione e delle frontiere, e di assoluto controllo militare in mare – senza flotte civili in navigazione, scomodi testimoni – sono atti politici determinanti e quindi contrastati a livello istituzionale con tutti i mezzi legali e anche illegali, come nel caso dei respingimenti alle frontiere del Nord est. sono intervenuti:Gian Andrea FranchiAndrea Franchi, vive a Trieste. libero professionista, volontario e fondatore con Lorena Fornasir, dell’associazione “Linea d’Ombra” che fa assistenza all’umanità migrante.Alessandro Metz, operatore sociale e armatore della Mare Jonio.Don Mattia Ferrari, viceparroco di Nonantola, cappellano di bordo e membro del direttivo di Mediterranea Saving Humans.Clara Mogno Mogno, ricercatrice in filosofia all’Università di Padova, esponente del direttivo di Mediterranea S.H.Stefano Collizzolli, videomaker, regista insieme con Daniele Gaglianone di “Dove bisogna stare” prodotto da Zalab.Valerio Cataldi, inviato della Rai, autore di numerosi servizi da Lampedusa e dalla rotta Balcanica, Presidente di Carta di Roma. Di seguito il link al dibattito: